Ho letto con una certa attenzione il processo e la sentenza che riguarda la Juventus…premetto che sono di fede interista, ma sentire i tifosi “gobbi”, come vengono chiamati in gergo, dire che ce l’hanno sempre con loro e che comunque queste cose le facevano tutti, mi riporta ai tempi della scuola quando veniva sempre preso il più scemo, magari il figlio di papà, che esagerava nella sua imbecillità e pagava per tutti, che commettevano le loro piccole nefandezze. Tralasciamo le tempistiche delle dimissioni e di quant’altro, sicuramente un caso, ma no, non tralasciamole per un cazzo. Teniamole da parte come qualcosa di spiegato male, come una tenda ben poco trasparente anch’essa e scarna di spiegazioni logiche, al di là dei comunicati stampa. Esagerare nel dire sempre che si è i migliori a volte può far perdere il lume della ragione, il cortomuso qui è “lontano e distante”, quanto inutile, data la potenzialità del cavallo, che però era di proprietà di asini.
Il che non voleva dire che gli altri non avrebbero pagato per le loro malefatte, ma stava a significare che sarebbe stato fatto pagare a tutti in ragione della proporzionalità e della gravità dell’errore fatto, come dovrebbe e si spera che sia, nessuno escluso. Ciò non significa che questa pratica non sia stata usata anche da altre squadre, in maniera sicuramente sbagliata, significa che qui qualcuno per un delirio di onnipotenza ha pensato di poter fare qualsiasi cosa, dimenticandosi di rappresentare, oltretutto una società quotata in borsa. Aggiungo, per chiudere, che se questa cosa fosse stata fatta dall’Inter e adesso fosse stata inflitta una penalizzazione, da tifoso starei zitto e protesterei con la mia società, per avermi messo in una condizione imbarazzante nei confronti del resto del mondo. Ma ammettere i propri errori in questo ambiente sembra ormai un esercizio impossibile.
A ciò si aggiunge il fatto che ci si è abituati a difendere l’indifendibile…in ogni campo, non esiste proprio più la vergogna, né da parte dei dirigenti, né da parte dei tifosi, purtroppo e nemmeno da parte dei genitori sui campetti. Ed è questa la vera causa del male nel calcio, e non solo di questo sport. Nel biliardo ci abbiamo messo anni a far capire che è uno sport e non un gioco (tanto meno d’azzardo), nonostante ci sia sempre qualche soggetto che prova a mettere in cattiva luce l’operato svolto da anni di impegno da parte di moltissime persone. E spesso non lo fanno apposta, ma per ignoranza dello stato dell’arte. D’altro canto, gli schiaffi presi dovrebbero essere di monito per non provare a schiaffeggiare l’aria…sino a prova (o sentenza) contraria.
Ma qui siamo a livelli dello schiaffo del soldato, dove però il malcapitato si gira e dovrebbe trovare tutti i suoi tifosi, salvo cercare tra loro il responsabile con la maglietta dell’Inter. Allo stato attuale non solo non c’è, ma se ci dovesse mai essere, in un modo quasi perfetto, le starebbe prendendo (metaforicamente) dai suoi tifosi puliti. Che sono quelli che preferirebbero andare allo stadio con i figli a godere di uno spettacolo sempre pro e mai contro, come in Nba, o nel Football, per esempio. Se mai si parte, mai si arriva, ci si fa superare da tutti e poi recuperare terreno richiede sforzi inimmaginabili… Cari Gianluca Vialli e Siniša Mihajlović …avrei tanto voluto sentire la vostra opinione anche se, a livello sportivo, avendolo conosciuto, quella di Mihajlović posso anche immaginarla…