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Perché Mondo Duplantis è la vera e unica rockstar delle Olimpiadi di Parigi 2024

  • di Alice Lomolino

8 agosto 2024

Perché Mondo Duplantis è la vera e unica rockstar delle Olimpiadi di Parigi 2024
“Datemi una leva e solleverò il mondo” diceva Archimede, e lo svedese del salto con l’asta sembra aver ormai dato una propria interpretazione a questa espressione. A Parigi vince prima l’oro e poi fa segnare il nuovo record del mondo in uno stadio che lo acclama e lo osanna

di Alice Lomolino

È successo di nuovo: Mondo ha toccato il cielo con un dito. Ha alzato quell’asticella un po’ più su e si è liberato in volo facendo il solletico alle stelle. Di centimetro in centimetro si è arrivati a sei metri e venticinque: è il nuovo record del mondo. Nella notte afosa dello Stade de France di Saint-Denis, Duplantis era atteso per confermare l’oro olimpico di Tokyo di tre anni fa. Una mera formalità, una vittoria scontata per uno che ha stabilito una sorta di tirannide all’interno del suo sport. Anche gli avversari ne sono consapevoli e hanno accettato da tempo di contendersi i premi riservati ai soli umani. “Mondo” si presenta agli ottantamila spettatori dell’atletica con il suo trolley firmato e quell’aura un po’ goffa che lo accompagna da sempre. Aspetta e osserva paziente che il resto dei partecipanti, gruppi di spalla del suo personalissimo concerto, abbiano il loro spazio. Quando arrivi a vincere diciassette gare consecutive, e a mettere a segno nove dei dieci salti più alti della storia, così come otto record mondiali in quattro anni, sai di esser misurato con un metro tutto tuo.

Si inizia con una altezza di 5,50, ma lo svedese preferisce partire da 5,70 dando al pubblico un assaggio di quello che presto accadrà. Sam Kendricks ed Emmanouil Karalis salgono a 5,90 e si lanciano tra la folla sicuri del podio. Armand supera quell’altezza di cinque centimetri: è di nuovo oro olimpico. Ma come ogni rockstar che si rispetti non può lasciare il palco senza aver fatto almeno il bis. Inizia allora la sfida nella sfida: Duplantis contro Duplantis, il fuorilegge della fisica che sfida ancora una volta la gravità. L’ultima volta che era riuscito a ritoccare il record del mondo era stato a Xiamen, in Cina, tre mesi e mezzo fa arrivando a una altezza di 6,24 e prima di allora aveva dichiarato di poter aspirare a ben altre altezze. La notte parigina sembra stimolarlo nel voler passare dalle parole ai fatti. In una intervista post gara il teatro olimpico si rivelerà il palcoscenico sognato sin da bambino per compiere l’ennesima impresa.

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L’oro è solo un metallo per uno che ha deciso di saltare letteralmente nella storia. L’asticella lo aspetta a 625 centimetri da terra, quasi a segnare un confine netto tra “Mondo” e il resto del mondo che può limitarsi a guardare con gli occhi all’insù e il fiato sospeso. Così Duplantis si prepara. Gli ottantamila di Saint-Denis capiscono cosa sta per succedere e impazziscono, battono le mani a tempo scandendo il ritmo della rincorsa dell’atleta svedese. Anche gli avversari lo incitano, partecipano attivamente allo show e osservano increduli un momento così speciale. Dopo due salti a vuoto lo stadio sembra esplodere quando Armand atterra sul materassino con gli occhi fissi sulla sbarra rimasta immobile al suo passaggio: non solo è stato appena infranto un record del mondo, ma per la prima volta nella storia del salto con l’asta viene infranto alle Olimpiadi. Ora tocca al campione farsi prendere da una più che meritata euforia. Abbandona il suo palco per lanciarsi nella folla. Inizia la corsa incredula verso la fidanzata, la modella svedese Desiré Inglander; poi è la volta dei compagni di squadra con i quali arriva a prendersi a pugni; i genitori Greg ed Helena Duplantis, che lo preparano per questo momento dalla tenera età di sette anni; e infine i colleghi che si congratulano e vogliono toccare con mano il miracolo. I festeggiamenti raggiungono il culmine con un momento da “legend recognize legend” quando Armand con una mano in tasca e l’altra a voler imitare una pistola sembra omaggiare l’altra icona di questi Giochi olimpici, il tiratore turco Yusuf Dikec.

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“Non ho elaborato quanto sia stato fantastico quel momento", ha dichiarato il ventiquattrenne dopo il salto. “È una di quelle cose che non sembrano davvero reali, è stata un’esperienza extracorporea. È ancora difficile tornare sulla terra in questo momento. Cosa posso dire? Ho appena battuto un record mondiale alle Olimpiadi, il più grande palcoscenico possibile per un saltatore con l'asta. Il sogno più grande da quando ero bambino era quello di battere il record del mondo alle Olimpiadi, e sono stato in grado di farlo di fronte alla folla più assurda di fronte a cui abbia mai gareggiato”. Ingolositi e ormai pieni di domande su quali possano essere a questo punto i limiti dell’uomo (per fortuna al momento ci sono solo supposizioni e sospetti), siamo sicuri che sia solo questione di tempo prima che ricomincino i festeggiamenti per un nuovo record mondiale. Anche Mondo lo sa bene, ma preferisce pensarci dal prossimo salto con l’asta: “Penso di poterlo fare di nuovo, ma non mi interessa davvero in questo momento”. Dunque, appuntamento alla prossima tappa del suo personalissimo tour nella troposfera.

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