Nell’agosto 2015 in un incidente in moto Alessandro Ossola perse sua moglie e successivamente la gamba sinistra. Una sequenza tremenda che gli ha sconquassato la vita, ma non si è arreso, si è reinventato ed è arrivato a correre i 100 metri alla Paralimpiadi di Tokyo. Ma, al di là del traguardo sportivo, “il suo obiettivo più grande – riferisce Torino Top News – è quello di aiutare tutte quelle persone in difficoltà a non arrendersi mai, nemmeno di fronte alle proprie paure, insicurezze, né tantomeno davanti agli ostacoli più grandi, e proprio per questo motivo ha fondato l’associazione Bionic People”.
Il suo motto è “c’è sempre più vita da vivere”: “Non bisogna fermarsi davanti a un incidente di percorso – le parole di Ossola – ma concentrarsi sempre sul futuro”. E lo sport? “È stato quel puntino di luce in mezzo a tanto buio. Mi ha dato degli obiettivi da raggiungere per essere nuovamente felice”.
L’incidente è stato “uno stravolgimento sia dal punto di vista fisico che mentale. Quando impari a camminare di nuovo è un po’ come rinascere un’altra volta. Sento un forte desiderio di aiutare gli altri a reagire e riprendere la propria vita in mano”. Non la motocicletta, però: “Non vado più in moto dopo l’incidente, preferisco la macchina”.
“A causa dell’incidente – spiega Alessandro, classe 1987, nella sua biografia – la mia gamba sinistra si è danneggiata davvero molto: questo ha portato, dopo un mese di ospedale, alla decisione di comune accordo con i medici di optare per un’operazione al seguito della quale ora posso camminare e correre grazie a una protesi. A livello mentale il cambiamento è stato ancora più grande perché ho dovuto ricominciare tutto da zero: ho dovuto imparare di nuovo a camminare, a muovermi, era cambiato il mio equilibrio e la percezione del mio corpo”.
Ossola, che si è convertito all’atletica solo dopo l’incidente (prima giocava a calcio a 5, ma anche a golf, e praticava lo snowboard), ha come record 8”54 sui 60 metri, 12”65 sui 100 e 28”19 sui 200. La gara che finora gli ha dato più soddisfazioni è il campionato europeo, dove è arrivato terzo e ha fatto il record italiano. Dopo Tokyo si dedicherà anche al salto in lungo.
E a chi gli chiede se si vede come un possibile punto di riferimento sportivo come Alex Zanardi, Alessandro risponde “mi piacerebbe, ma non un punto di riferimento fine a sé stesso. Mi piacerebbe che un ragazzo a cui è successo un brutto incidente quando mi veda possa dire «Se lo fa lui, posso farlo anche io». Vorrei che pensasse che c’è ancora speranza”.
Quanto alle Paralimpiadi che iniziano oggi, la delegazione italiana è composta da 113 atleti (60 donne e 53 uomini), in gara in 15 discipline, ovvero atletica leggera, canoa, canottaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, sitting volley, tennistavolo, sollevamento pesi, taekwondo, tiro a segno, tiro con l’arco, triathlon. I due portabandiera? Beatrice Vio (scherma) e Federico Morlacchi (nuoto).