Per Danilo Petrucci è cominciata una nuova avventura, quella Americana nella categoria che vide cimentarsi anche mostri sacri della SBK come Troy Corser e Troy Bayliss. A seguirlo da vicino ci sarà Maurizio Perlini, motorista Ducati, che ha provato a spiegare le differenza di una V4 della MotoAmerica rispetto a una normale MotoGP.
“La ciclista è la stessa, a prescindere dagli assetti che verranno poi utilizzati”, l’analisi del tecnico. “Le grosse differenze si riscontrano nella gomma utilizzata e nella benzina”.
Il primo punto è legato al marchio. Negli Stati Uniti infatti, vengono adottati pneumatici Dunlop, decisamente diversi da Pirelli. “Le coperture inglesi hanno una misura e un profilo diverso, inoltre la carcassa è molto più rigida e la levigatura dell’asfalto, su tracciati come Road Atlanta, è differente rispetto a quella degli europei. Di conseguenza serve un certo adattamento”, il commento che mette in risaltò le criticità a cui dovrà far fronte il 31enne, già comunque abituato a misurarsi in vari campi.
Il secondo ostacolo è rappresentato dal carburante. “I dati a nostra disposizione riguardano la MotoGP”, spiega l’ingegnere. “In America e in Inghilterra col BSB vi è più margine di intervento, ma il cambio deve rimanere di serie e il propulsore diventa cruciale”.
Così, per cercare di ottimizzare i tempi e cominciare a lavorarci su prima del trasferimento in Pennsylvania, l’umbro se n’è fatto spedire un campione sul tracciato di Portimao, dove sta girando.