Quando vivi di velocità e hai fame di vita anche un solo giorno da passare in ospedale può avere il sapore di un ergastolo. E’ quello che viene da pensare leggendo il ricordo che Claudio Marcello Costa, il Dottorcosta, ha affidato a Facebook dopo aver appreso la notizia della morte di Phil Read. Un pilota capace di vincere sette titoli mondiali, ma capace anche di essere personaggio anche fuori dai circuiti. Nel bene e pure nel male, con il Dottorcosta che ha più volte incrociato la sua vita con quella di Phil, compresa la prima volta da giovane medico in pista.
“Quando scompare un grande pilota, un campione del mondo, i sentimenti sono di tristezza e di cordoglio – scrive il Dottorcosta nel suo post su Facebook - Però Phil Read, pilota che ha guidato molti anni le MV e che era nel cuore del conte Agusta, voglio ricordarlo con qualche aneddoto che faccia sorridere. Nel 1972 il mio primo intervento da medico di pista fu la ricostruzione del mignolo di Phil, ferito alla curva delle Acque Minerali di Imola. Allora non sapevo ancora che era una lesione molto frequente nei motociclisti. Il dito di Phil guarì, ma a causa della perdita non solo della pelle ma di strutture importanti dell’apparato estensore, divenne orrendo a vedersi. Da allora, tutte le volte che ci siamo incontrati, Phil mi abbracciava e diceva a chi ci stava intorno: ‘Questo è il mio dottore, è un dottore fenomenale, guardate come ha curato il mio dito’. Un’altra volta, dopo un incidente che lo aveva portato a subire un fortissimo trauma cranico, fu ricoverato in ospedale a Modena, dove io convinsi la caposala a nascondergli i vestiti per evitare che scappasse dall’ospedale. Ma quella sera lo trovai a cena in un ristorante, con indosso una pelliccia e sotto… praticamente nulla. In pista è stato il pilota più scorretto della mia storia, era capace di fare qualsiasi cosa per vincere, ma nonostante questo era uno dei piloti più amati. Ciao Phil”