Il grande tema alla vigilia del GP di Aragon è stato, ancora una volta, il rendimento degli pneumatici. Sulla scia delle polemiche di Silverstone infatti, quando diversi piloti hanno puntato il dito contro il costruttore francese, nel paddock si è subito tornati a parlare di gomme. La risposta, durante le FP1, è arrivata in diretta da Piero Taramasso, che ai microfoni di Sky ha voluto fare chiarezza sulla situazione: “Dopo Silverstone parecchi piloti si sono lamentati di un drop della performance durante la corsa, quindi dei tempi che calavano presto, dopo 5, 6, 10 giri - ha spiegato il numero uno di Michelin Motorsport - In generale abbiamo avuto tanta usura delle gomme, sia anteriori come nel caso di Mir sia di posteriori nel caso di Pecco e altri piloti. Quando perdi spessore di gomma, perdi temperatura e perdi grip, quindi il calo della prestazione c’è. Noi non siamo riusciti ad anticiparlo, ci aspettavamo che il calo venisse dopo 10-12 giri, invece in gara avvenuto molto molto prima, questa è stata la tendenza generale. Nel caso specifico di Pecco è vero che la gomma si è comportata stranamente, male, continuiamo le analisi per capire dove c’era qualcosa che non andava ma il caso di Bagnaia è l’unico in cui si può dire che la gomma può aver avuto un problema, continuiamo le analisi. I dati parlano chiaro, c’è stato qualcosa”.
Ad influire è stato, secondo Taramasso, anche l’anno di assenza della MotoGP sul tracciato britannico nel 2020, che a causa della pandemia era stato depennato dal calendario: “La scelta delle gomme era simile a quella del 2019, è vero che la pista è cambiata parecchio e il freddo non ha aiutato, sono cose che si potranno correggere l’anno prossimo”.
Ad ogni modo, spiega Taramasso a Sky, l’unica maniera per prevenire buona parte dei problemi legati agli pneumatici è conoscere la loro durata sull’arco di una ventina di giri: “Ci sono delle idee, c’è un metodo di lavoro, ci sono delle strategie. Una cosa molto importante è lavorare per la gara, ovvero che una volta che hai fatto la scelta dello pneumatico ci metti tanti giri sopra. Fare le FP4 con le gomme che userai in gara per almeno 13 giri consecutivi, poi riprenderla per coprire la distanza della gara. È quello che ha fatto Fabio Quartararo, che ha messo 24 giri sulla sua gomma, ed è quello che ha fatto Aleix Espargarò che ne ha messi 22. Invece altri piloti preferiscono lavorare di più per il time attack per essere davanti in qualifica e preferiscono soffrire di più in gara, così come ci sono altri a cui non importa tanto. Chi ha lavorato bene può recuperare posizioni e anticipare queste sorprese dalle gomme. Puoi lavorare sul serio, ma se non fai queste distanze lunghe non puoi anticipare le situazioni”.
Non manca, infine, una dichiarazione d’intenti che lascia trasparire la voglia di collaborare da parte di Michelin: “Penso che bisogna essere innanzitutto onesti, poi lavorare con obiettività con il team e i piloti ed ascoltarli, cosa che facciamo sempre. I team ci danno tanti dati che noi non avremmo a disposizione, ci fanno capire e migliorare”.