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Pietro Bagnaia a MOW: "Secondo per 23 ore e 59 minuti! Come Vale e Marquez? Fammela metabolizzare...

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

26 novembre 2023

Pietro Bagnaia a MOW: "Secondo per 23 ore e 59 minuti! Come Vale e Marquez? Fammela metabolizzare...
Pochi minuti dopo la bandiera a scacchi del GP di Valencia che ha incoronato Francesco Bagnaia campione del mondo per il secondo anno consecutivo, Cosimo Curatola ha "pizzicato" Pietro, il babbo di Pecco. Ecco cosa gli ha raccontato nel bel mezzo della festa ai box...

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Pietro Bagnaia non fuma. Però se sei il babbo di un ragazzo che si sta giocando il mondiale e che poche ore prima s’è visto rosicchiare sette punti per aver sbagliato la scelta delle gomma, magari la voglia di fumare ti viene. Soprattutto se è la notte prima dell’ultimo atto, quello che potrebbe farti ritrovare il giorno dopo a fare una festa pazzesca per qualcosa di epico, oppure a sciugare le lacrime meno asciugabili. E finisce che una sigaretta te l’accendi. Pietro Bagnaia l’ha accesa. Solo che esattamente in quel momento lì, quando pensi di stare tutto da solo a fare qualcosa che di solito non fai e a mettere a posto il groviglio di pensieri che ti ritrovi in testa, succede che passano quelli di MOW. A Pietro Bagnaia è successo a Misano, quando l’abbiamo “pizzicato” a passeggiare nervosamente su un pezzetto di prato prima del Curvone, e è successo anche ieri notte, quando Cosimo Curatola ha visto il babbo di Nuvola Rossa dentro una nuvola di nicotina. E oggi, subito dopo l’esplosione di gioia per l’impresa di Pecco, glielo ha pure ricordato.

“In verità non fumo – ha detto Pietro, prestandosi a una intervista nel bel mezzo del casino festaiolo che regnava nel box di Ducati – Accendo una sigaretta ogni tanto, in occasioni particolari. Ieri sera era uno di quei momenti lì. Perché è tosta: quando tuo figlio fa questo mestiere qui ti regala soddisfazioni immense, però pure momenti di grande ansia e apprensione”. Ansia e apprensione che accompagnano un padre sempre. Figuriamoci quando sei il padre di uno che corre a 350 km/h quasi ogni santa domenica (e adesso pure ogni santo sabato) e il giorno dopo si gioca un titolo mondiale.

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“Da dentro – ha raccontato ancora a MOW Pietro Bagnaia – è un pochino tutto diverso o in qualche modo più amplificato rispetto a tutto quello che la gente vede fuori. Però la sostanza resta sempre e solo una: quello che conta è lo sport. Io porto dentro il ricordo di momenti fantastici grazie a Pecco. A Pecco e a tutti i suoi ragazzi, perché tutto questo è possibile solo se hai un grande gruppo intorno. E’ bellissimo”. Soddisfazione, quindi, magari pure sacrosanto orgoglio, ma, più di tutto, voglia di spiegare – pur senza spiegarlo – che anche il più individuale degli sport è tutt’altro che individuale. Anche se la faccia è quella di uno solo”. Roba che può comprendere fino in fondo solo “chi è di sport” veramente e nel segno dello sport ha scelto pure di assecondare un figlio che veniva su con il più matto e pure il più pericoloso dei sogni: correre in moto e vincere. Anche dopo che ha già vinto altre due volte. Anche dopo che ha pure rischiato, come accaduto quest’anno a Barcellona, di lasciarci seriamente le penne. “Quello è stato un momento brutto davvero e a cui ha fatto seguito inevitabilmente un momento anche difficile. Io, per rispetto di pecco, non dico mai niente, perché lui ci tiene a non far uscire i suoi reali stati d’animo o quello che sente dentro, ma la caduta di Barcellona l’ha sentita veramente forte, non solo fisicamente. Anche psicologicamente e nell’anima. Nonostante questo, però, lui ha continuato con lo stesso spirito di sempre, facendo podi e portando risultati. Non è stato mai secondo quest’anno, se non per un brevissimo tempo. Neanche una giornata intera: 23 ore e 59 minuti esatti”.

Quasi a guardare quello che è stato, come se la mente di padre rimandasse solo all’orgoglio della strada fatta per arrivare fino a dove quel figlio che oggi è per tutti Pecco ha saputo arrivare. E senza curarsi fino in fondo, ma lasciandosi il tempo di farlo e di ragionarci sopra, di dove è effettivamente è arrivato. E di quanto in alto stia. “Due mondiali di fila in MotoGP li hanno vinti solo Valentino Rossi e Marc Marquez? – conclude Pietro Bagnaia ripetendosi la domanda che gli è stata appena fatta – Eh, sì. Queste però sono cose che io però, in questo momento, faccio mola fatica a metabolizzare. Perché io, da sportivo, ho sempre ammirato i grandi di questo sport: Valentino Rossi, chiaramente, da sempre. Lo stesso per Marc Marquez, anche se io sono campanilista e tifo per gli italiani, è sicuramente un grandissimo sportivo. Ecco, vedere Pecco che comunque sia ha accostato il suo nome al loro è qualcosa a cui devo un attimo abituarmi. Fatemela metabolizzare”

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