Metti un cittadino ad alta velocità e la pioggia che, poco prima delle qualifiche, cade battente. Due ingredienti, tante emozioni e una Formula 1 che non smette di regalare spettacolo. A Las Vegas, in fondo, un motivo per divertirsi non manca mai: un’ora di traversi e di muretti sfiorati, proprio come ai vecchi tempi. E alla fine la magia la fa Lando Norris, dimostrando una volta e per tutte il pilota che è diventato. Di batoste ne ha prese tante, ed è vero che in questo momento guida la macchina migliore, ma sotto la pioggia a un millimetro dai muri ci vai solo se hai quella cosa lì, quel talento smisurato che fino all’inizio di questa stagione aveva dimostrato solo in parte.
Un giro spettacolare davanti a chi tante volte l’aveva semplicemente distrutto. Verstappen gli scatterà di fianco, ma questa volta, nelle condizioni che più volte lo hanno esaltato, non ci è riuscito nemmeno lui a battere Lando. L’inglese ha guidato da campione e, a tre gare dalla fine di questo 2025, il primo Mondiale in carriera è sempre più vicino. Max ha provato a rovinargli la festa, ma oggi non ce n’era anche se, e questo ormai è un dato di fatto, la macchina là davanti ce la mette sempre a prescindere da pioggia, sole o qualsivoglia difficoltà.
L’altra impresa di giornata la fa Carlos Sainz, terzo e davanti a chi finora era stato indicato come il favorito numero uno in vista della gara: George Russell scatterà quarto, anche se un errore procedurale della Mercedes, che non ha dichiarato alla FIA i setup delle due vetture, potrebbe costargli la squalifica. In quinta posizione c’è Oscar Piastri, che dalla pioggia ne esce malissimo: è costretto ad abortire il suo ultimo colpo in Q3 per una bandiera gialla, ma la realtà è che finisce ancora dietro nonostante la macchina migliore la guidi anche lui, proprio come Norris. E pensare che, fino a Zandvoort, il dominatore di questa stagione era stato proprio l’australiano: poi il buio, gli errori e una prestazione sempre più distante dal compagno di squadra.
Qualifiche nere anche - o soprattutto - per la Ferrari, vanificando quanto di buono fatto vedere sin dai primi giri in pista. Leclerc in Q3 lotta con il grip delle gomme posteriori - montava un set di intermedie - e alla bandiera a scacchi è nono, descrivendo come imbarazzanti i due secondi incassati da Norris, mentre Hamilton, il re della pioggia, è ultimo. Peggio di così non poteva andare e non conta nemmeno il dubbio sul poter fare o meno un giro in più in Q1: il risultato è pesante, ancor di più se in carriera dall’ultima posizione Sir Lewis non ci era mai partito se non a causa di problemi tecnici. È la fotografia di questo 2025 che, in un modo o nell’altro, non smette di sorprendere in negativo.
Male è andata anche a Kimi Antonelli, in difficoltà nel far funzionare le gomme da bagnato estremo e finendo per sbagliare durante il suo ultimo tentativo: scatterà dalla diciassettesima posizione, ben lontano da dove sperava di essere visto il weekend iniziato benissimo, veloce e sorridente. Alla fine della qualifica è deluso, anche perché, dice appena sceso dalla W16, si era preso del margine per non sbagliare.
Oltre a Sainz, tra i primi dieci altre quattro sorprese: Lawson artiglia la sesta posizione, seguito poi da Alonso e Hadjar con Gasly che, invece, conquista la decima piazza e fa felice ancora una volta l’Alpine. Qualifiche imprevedibili, come da copione se sei a Las Vegas. Ma sotto la pioggia, quella che tante volte è stata invocata, succede soprattutto questo.