Difficile raccontare Pol Espargarò. Da un lato è il pilota che si giocava i mondiali in Moto2 con Marc Marquez, dunque uno dei talenti più puri della sua generazione, dall’altra può sembrare sopravvalutato. E ancora: lo si può bollare come un ragazzo altezzoso, eppure rivederlo in pista dopo l’incidente di Portimao è stata una delle più grosse lezioni di carattere che questo sport abbia offerto in tempi recenti.
La verità probabilmente è che lui è così, spocchioso e umile assieme. Pieno di talento ma non da fuoriclasse. È così anche in un’intervista di Nico Abad, personaggio televisivo nonché giornalista spagnolo tra i più preparati sulla MotoGP, a cui ha raccontato questa sua ultima stagione da pilota titolare: “La parte sinistra del mio corpo non è come vorrei”, spiega Pol Espargarò. “Mi sono rimaste alcune cicatrici, soprattutto nella zona scapolare dove si trovano i rotatori. Ho perso molta forza, più del 60%. Dopo la caduta non riuscivo a tenere in mano nemmeno un bicchiere perché mi cadeva, ma spero che in breve tempo possa recuperare del tutto".
Questo, per esempio, ci dice quanto i piloti preferiscano tenere dentro le loro debolezze, non parlarne con nessuno fatta esclusione (forse, a tratti) per la famiglia. Bagnaia ha detto qualcosa di simile a proposito dell’incidente di Barcellona, quando ha ammesso di non aver raccontato troppo bene le cose perché “la gente a casa non può capire tutto e io non voglio cercare scuse”.
Pol torna a essere un Espargarò - per modo di dire - quando parla della sua carriera, perché secondo il suo punto di vista è stato quasi penalizzato dal suo coraggio: “Ho avuto il coraggio di scegliere progetti difficili anche nei momenti migliori”, le sue parole. “Forse ho scelto la Honda nel mio momento sportivo migliore, e forse nella fase di apprendimento ho scelto KTM. Se dovessi ripetere la mia carriera agonistica adesso e scegliessi la Ducati le cose sarebbero molto diverse”. Aggiunge anche di non esserne pentito, però il messaggio resta lo stesso: col talento che ho e con una Ducati di oggi avrei vinto ben altro. Eppure, tra le regole non scritte del motorsport ce n’è una che dice che il pilota migliore avrà sempre (o quasi) la moto migliore. Il prossimo anno Pol Espargarò entrerà a far parte del test team KTM che, ironia della sorte, con Dani Pedrosa a fare da guida è il più competitivo di tutta la MotoGP. Gli austriaci avranno modo di sfruttare più wildcard, ma tra un Augusto Fernandez in crescita costante e il fenomeno di Pedro Acosta in arrivo difficilmente Espargarò riuscirà a rientrare in griglia. Quello che si è guadagnato, di certo, è una poltrona a lunga scadenza per uno dei costruttori più importanti del globo.