Se c’è qualcuno che il paddock ungherese lo lascia con il broncio, quel qualcuno è decisamente Max Verstappen. Che non sia un periodo rose e fiori all’interno della Red Bull è chiaro, ma una gara come quella in Ungheria non si vedeva da davvero tanto. L’olandese è scattato dalla seconda fila della griglia, dopo una deludente terza posizione conquistata durante la sessione di qualifiche, e fin da subito si è messo a caccia, attaccando le due McLaren sulla prima curva dell’Hungaroring. Lando Norris però non gli ha reso l’impresa facile e, per evitare un contatto, Verstappen è andato lungo riprendendosi però la seconda posizione che aveva quasi conquistato durante la staccata.
A gara chiusa, la colpa può essere data sia all’olandese, che alla fine ha reso la posizione al britannico sotto richiesta del muretto, che al pilota della McLaren, che invece poteva lasciare un po’ di spazio in più alla RB20 numero 1 - anche se con le mani legate perché dall’altro lato aveva il suo compagno di squadra. Di fatto, i primi a dire a Max Verstappen di fare un passo indietro sono stati proprio i membri della Red Bull, con Gianpiero Lambiase, l’ingegnere di pista del tre volte campione del mondo, subito severo e diretto nei toni. Max Verstappen ci ha messo mezzo secondo ad innervosirsi, visti anche tutti i problemi riscontrati sulla vettura, sottosterzante prima e sovrasterzante dopo, sbilanciata, affaticata, inguidabile e mille altri aggettivi che l’olandese ha usato parlando con il suo ingegnere.
Insomma, adesso che il gioco si è fatto duro, che la Red Bull si è indebolita e non ha più il mago Adrian Newey a risolvere tutti i problemi, Max Verstappen non si fa problemi a puntare il dito contro chi lavora con lui, raccontando di aggiornamenti poco produttivi forse anche infastidito dalla mancanza di un compagno di squadra che possa provare ad aiutarlo, come succede negli altri top team come Ferrari o Mercedes. Non si fa problemi l’olandese a tornare aggressivo come due anni fa e a guidare senza prima pensare abbastanza, commettendo anche qualche errorino come quello che ha visto protagonista anche Lewis Hamilton.
Infatti, dopo una gara già poco positiva ma che comunque lo ha visto lottare sempre per il podio - se non per la vittoria in extremis - Max Verstappen ha avuto un contatto, anche abbastanza pericoloso, con Lewis Hamilton, in una dinamica che ha ricordato tanto quella del Gran Premio d’Italia del 2021, quando i due contendenti al titolo si presero alla prima variante del tracciato. Un film già visto insomma, dove i protagonisti sono sempre un Verstappen troppo aggressivo e un Hamilton quasi menefreghista, che continua per la sua strada indisturbato, proprio come è successo alla prima curva dell’Hungaroring.
Con la vettura danneggiata poi c’è stato poco da fare per il campione del mondo in carica, che si è dovuto accontentare di un quinto posto sotto la bandiera a scacchi, non dopo essere stato sgridato anche dal suo ingegnere, che dopo il contatto con la Mercedes si è aperto in radio dicendo “sei proprio un bambino”. Una Red Bull davvero più severa con Verstappen, con il piede di guerra nei suoi confronti fin dalla prima battuta del Gran Premio d’Ungheria, che a sua volta ha risposto alla vecchia maniera, quella che gli è stata tanto criticata e su cui l’olandese ha dovuto lavorare parecchio. Per la prima volta dopo due anni Max Verstappen si sente davvero sotto pressione ed è anche compito della Red Bull riuscire a farlo stare calmo: possibile o meno, le difficoltà del team di Milton Keynes adesso si percepiscono davvero e mai come adesso il tre volte campione del mondo potrebbe guardare seriamente all’offerta della Mercedes.