La presentazione Gresini Racing, alla Darsena del Sale di Cervia, ha rispecchiato perfettamente lo stile dell’azienda: idee, cuore e passione. Qualità con cui devi nascere e che, troppo spesso, diventano parole abusate, buttate lì dall’ufficio marketing fino a diventare vuote. Gresini Racing è letteralmente una grande famiglia che vive nel mondo delle corse e abbiamo trovato un modo diverso dal solito per raccontarvi perché. Prima di arrivare all’evento vediamo un post su Facebook, a scriverlo è una signora che ringrazia Lorenzo Gresini per averla aiutata con l’auto dopo un tamponamento.
La storia sembra bella, perché è una di quelle cose che se non le racconti a nessuno raccontano bene chi sei. Così, finita la presentazione, chiediamo a Lorenzo di spiegarcela meglio: “Lei è un’amica di mia mamma, era la sua caporeparto quando faceva l’infermiera", dice lui con un sorriso. "Quindi siamo rimasti amici, in contatto. La settimana scorsa ha avuto la sfiga di essere stata tamponata in macchina e siccome alla sua auto le cose normalmente le faccio io perché sono appassionato…”
Ok, fermi tutti. Lorenzo Gresini non è solo appassionato di auto. È quello che in America chiamano petrolhead, uno che per i motori ci vive. Nello specifico, fa parte di una sottocategoria che in qualche modo certifica ancora di più la sua dedizione ai mezzi su ruote: gli piacciono auto di un certo genere, mezzi poco vistosi insomma, con una storia particolare. In garage ha vecchi fuoristrada, una Mercedes che era stata di suo padre, cose così. Auto da vivere insomma, non per fare il figo al semaforo. Lui, nel nostro The Gresinis, ci aveva detto di essere un “accumulatore di rottami”, cosa che poi ha dimostrato parlandoci dei suoi sei (!) Piaggio Ciao e delle automobili che guida e restaura. Queste macchine sa montarle, smontarle, sistemarle e mischiarne i pezzi. Così quando gli è stato chiesto di dare una mano non ci ha pensato un attimo: “Mi ha chiamato per un aiuto, abbiamo chiamato la mamma di lei per portarla al pronto soccorso e sistemato tutto con la constatazione amichevole. Lei mi diceva ‘non so che fare, non mi è mai successo’ così mi sono fatto dare la macchina, l’ho portata nella mia carrozzeria di fiducia e sono tornato con un’auto sostitutiva. Poi in cinque giorni - sono stati velocissimi - hanno sistemato la sua e ieri, quando l’ha vista, era felicissima”. Ecco, questo è avere cuore e passione: se ci fossero più Lorenzo Gresini il mondo sarebbe un po' meno cattivo. E, di certo, avrebbe qualche bella macchina in più.