Di scambi tra piloti di auto e altri di moto, nella storia, ce ne sono stati molti, addirittura moltissimi se si considerano gli eventi promozionali. L’ultimo di grande impatto è stato quando Valentino Rossi e Lewis Hamilton si sono ritrovati a Valencia grazie a Monster Energy per un’intera giornata in pista sui rispettivi strumenti di lavoro e ne è uscito qualcosa di grandioso, di cui vi lasciamo qui un video di backstage.
Ci sono poi gli storici test di Michael Schumacher sulla Ducati, quelli di Biaggi con la Ferrari e una lunga serie di altre situazioni che probabilmente trovano la loro massima espressione in John Surtees, unico pilota della storia che oltre ad aver vinto 7 titoli nel motomondiale ha trovato il modo per conquistare anche quello in Formula 1: roba da far tremare i polsi. Quest’anno all’Honda Thanks Day non c’è stato il tanto sospirato scambio tra Marc Marquez e Max Verstappen, entrambi affidati ad un motore Honda e a una lattina di Red Bull, tuttavia qualche confronto a parole - e sui kart - c'è stato.
Nell’intervista doppia che potete trovare qui ad esempio, Max spiega che una MotoGP la guiderebbe se soltanto glielo lasciassero fare: “Dicono che è troppo pericoloso perché non andrei a spasso: quando sei lì vuoi uscire bene nelle foto e rischi di farti male”. C’è poi un altro video in cui Marc Marquez spiega a Pierre Gasly e Checo Perez come funziona la sua moto lasciando entrambi piuttosto colpiti, cosa che si è verificata una seconda volta quando il Cabroncito ha parlato della sua esperienza in Formula 1 nel 2018: “Con le moto devi frenare forte, ma delicatamente. La forza che metti nella frenata è come una curva, perché se ti attacchi al freno troppo bruscamente il posteriore si alza. In macchina invece devi dare un colpo secco e poi alleggerire, così quando ho provato la Formula 1 in Austria l’approccio con la frenata è stata la cosa più difficile”. A questo punto Perez gli fa la domanda che, in un post condiviso da Sky, ha sollevato una lunga serie di discussioni: “Fisicamente quanto è stata impegnativa per te la monoposto da F1?”. Marc non ci pensa un attimo: “Zero, zero, zero”. Come a dire che lui, abituato all’impegno della MotoGP, ha tutt’altri parametri con cui misurare la fatica.