Un po’ si gioca, un po’ si fa sul serio. Che poi sono la stessa cosa e è la ricetta di MOWGP, che questa volta ha ospitato Carlo Pernat e l’ormai irrinunciabile Paolo Beltramo. Due che si conoscono da una vita e che, almeno a giudicare dalle battute che si fanno, ne hanno condivise pure parecchie, alcune probabilmente non raccontabili. Si gioca, si fa la battuta, ma si va dentro anche ai temi caldi della MotoGP, con Pernat che non ha potuto certo tirarsi indietro dalla domanda del momento: Bastianini ci ha provato fino in fondo contro Bagnaia a Misano?
Per il manager genovese non ci sono dubbi: “Ancora con questa domanda? Ma davvero pensiamo che un pilota possa riuscire a calcolare di arrivare dietro di soli 34 millesimi? E’ chiaro che Enea ci ha provato, Enea voleva vincere, ma non ci è riuscito. Tutto qua! Penso, piuttosto, si debba mettere l’accento su quanto sia stata bella questa gara, su quanto il duello tra Pecco e Enea può aver riacceso l’attenzione anche di chi, dopo Valentino Rossi, non s’era più interessato alla MotoGP”. Una rivalità che non è fatta di toni alti e scontri feroci, ma di due modi completamente diversi di intendere le corse in moto. Più preciso e pulito Bagnaia, più istintivo e funambolico Bastianini. Due che l’anno prossimo vestiranno anche gli stessi colori, oltre a pilotare la stessa Desmosedici. Un po’ come Beatleas e Rolling Stones: rock tutti e due, ma o di qua o di là e senza vie di mezzo. Con Pernat che s’è anche sbilanciato: “Sapete tutti che l’idolo di Enea Bastianini è Casey Stoner e non ho problemi a dire che in alcune cose me lo ricordo un po’. Casey è stato il più forte di sempre, non dico che Enea è come Casey, ma che è quasi come Casey per alcune caratteristiche”.
Inevitabile, sempre restando su Bastianini, anche il passaggio sulle scuse da parte di Ducati. “L’amministratore delegato di Ducati – ha spiegato Pernat – Ha fatto delle esternazioni a caldo. Poteva evitarle, ma ci stanno. Poi, comunque, andando a guardare le immagini si è visto che Enea aveva ragione e che c’era almeno un metro e mezzo tra la sua moto e quella di Pecco, quindi no, non ha rischiato di prenderlo”. Chi, invece, rischia di rischiare, è Marc Marquez. “Se va a Aragon e corre fa una cazzata – ha detto Pernat – Non è pronto. In questi test di Misano è andato forte e ha girato tanto, ma fossi in lui o fossi il suo manager aspetterei almeno l’Australia. Lo vedo diverso rispetto al passato e voglio sperare che questa volta sia più riflessivo e lasci passare il tempo di cui ha bisogno. Se tornerà sarà certamente arbitro del mondiale, ma non più di quanto lo saranno tutti quei piloti che solitamente lottano per le posizioni di vertice”.
Posizioni di vertice da cui Carlo Pernat esclude Fabio Quartararo per quanto riguarda il prossimo GP: quello di Aragon appunto. “E’ una pista che on gli piace – ha concluso il manager genovese – e c’è un lungo rettilineo che non è il massimo per la Yamaha. Ecco perché sul podio vedo Bagnaia, Bastianini e Aleix Espargarò. Quartararo questa volta non ce lo metto. Starei attento, invece, a Maverick Vinales, anche se per quanto riguarda lui credo che sarà veramente della partita solo l’anno prossimo, quando potrà contare su Manuel Cazeaux, ex di Rins, come capotecnico”. Prima, però, c’è Aragon, appunto, e poi il quartetto asiatico, con Pernat che intende viversela tutta: “Starò fuori due mesi, ho già prenotato tutto. E in Thailandia mi fermerò anche una settimana in più… se volete venire con me!”.