Quando ti trovi davanti a Novak Djokovic per due set a zero, sembra di vivere un sogno ad occhi aperti e quasi non credi a cosa sta accadendo, al punto di arrivare a combattere come un leone per non farti sfuggire la possibilità di afferrare la vittoria. Un’intera nazione ti spinge e vive il sogno insieme a te, sembra quasi fatta fino a che Djokovic non ha infranto le speranze dopo un’ora e mezza di gioco, di chi come Sinner ha creduto nell’impresa. Chi lo conosce, sa che per Djokovic, trovarsi in svantaggio di due set è come benzina sul fuoco che lo spinge a lottare fino alle fine.
E forse, proprio questo ha fatto la differenza, perché sono state tante le volte in cui il campione serbo si è trovato in svantaggio. Ma, memore della sua grande esperienza, della sua capacità di gestire la tensione in momenti difficili, sempre più imperturbabile ha sferrato l’attacco decisivo senza dare l’impressione di essersi trovato in difficoltà.
Nei pensieri degli italiani, che hanno gioito e sofferto insieme a Sinner, si è accesa la speranza di poter vedere un giorno vincere un tennista italiano per portare sul tetto del mondo il tricolore, insieme ai grandi campioni che hanno fatto la storia di questo sport. Jannik si è presentato a Wimbledon come sfavorito a causa del rientro da un infortunio e soprattutto non aveva mai vinto un match sull’erba. Invece, forte delle sue debolezze ha lottato a testa bassa sorprendendo lo spagnolo Carlos Alcaraz, colui che è stato definito “l’erede di Rafa Nadal”.
Una vittoria fantastica che gli ha regalato la sfida contro Novak Djokovic, giocata ad armi pari e con tanta determinazione, attirando su di sé i complimenti di Nole, che ha speso parole di grande ammirazione prima del match: “Jannik ha molto talento, è già certamente un top-player, l’ho visto giocare su diverse superfici ed è maturato molto. Non sembra neppure soffrire la pressione nei grandi palcoscenici, cosa che può capitare ai più giovani. Ha fiducia nelle proprie possibilità, pensa di poter vincere contro chiunque, e questo è importante. È già un tennista esperto pur essendo così giovane, ha già affrontato più di un top-player. Ho seguito la sua partita, è stato dominante nei primi due set. Poi è diventata una battaglia, più ravvicinata. Ma era sempre nel controllo del match. È molto solido, ha tutti i colpi: servizio, risposta, dritto, rovescio. Mette pressione sugli avversari di continuo. Vedo in lui un po’ del mio gioco".
Perché Jannik vuole vincere e sa che per farlo bisogna migliorare e lavorare giorno dopo giorno senza mai accontentarsi e questa sconfitta, pur dal sapore dolce amaro, porta con sé la certezza di avere tutte le carte in regole per raggiungere grandi risultati.