Quando la MotoGP è ferma, ma c’è la Superbike, Gigi Dall’Igna è comunque in pista. Tra le sue moto, i suoi piloti e, come è successo questa volta a Misano, anche tra i suoi mille dubbi. Si cosa? Su quello che succederà adesso che Ducati ha scelto di puntare su Marc Marquez, perdendo in un colpo solo sia Jorge Martin che Enea Bastianini (e probabilmente anche Marco Bezzecchi) e ritrovandosi, oltre che con qualche inattesa reazione contraria di molti tifosi, anche con la “questione Pramac” che s’è fatta seria.
Tanto che adesso l’ingegnere che sembra sempre avere una soluzione per tutto ha ammesso che tutto quello che può fare è aspettare. Chi e cosa? Paolo Campinoti, patron di Pramac, e la fine (oppure il nuovo inizio) di una storia lunga più di un decennio. Sì, perché quella tra Ducati e Pramac sembra come quelle relazioni che vanno avanti nel fidanzamento per anni e anni e che poi, però, arrivano nello spazio di un niente alla svolta definitiva: o ci si lascia o ci si sposa. Ducati, forse consapevole che quanto accaduto con Martin e il trattamento riservato alla sua storica squadra satellite potrebbero non essere definiti come esempi di delicatezza e riguardo sembra quella disposta a metterci una pietra sopra e sposarsi. Il problema, però, è che Campinoti un altro futuro ce l’ha già bello e prospettato. Non sarà fatto di vittorie imminenti, ma ha ponti d’oro. E dente avvelenato (è umanamente più che comprensibile).
Gigi Dall’Igna ne è perfettamente consapevole e proprio nel box della Superbike, a Misano, ha risposto così all’inevitabile domanda di Sandro Donato Grosso per Sky: “È chiaro che la soluzione non è nelle nostre mani, quindi bisognerà aspettare. Abbiamo una storia con Pramac; abbiamo lavorato tanto insieme e c'è un lungo rapporto che ci unisce, quindi spero che Campinoti prenda la decisione di restare con noi”. Un modo per dire che Ducati non ha altro da aggiungere rispetto al piacere di poter continuare con Pramac come squadra di riferimento.
Di “piacere”, però, non si campa. Soprattutto in un mondo che è fatto, oltre che di risultati sportivi, anche di enormi spese e milioni di Euro su milioni di Euro. Cosa ha Ducati da dare in più, quasi sotto forma di indennizzo, a Pramac? La risposta è una: niente! Perché le due moto uguali a quelle della squadra factory sono già un diritto di Pramac (che comunque le paga e non le ha gratis) e perché i top rider, dopo la decisione di puntare su Marc Marquez, si sono già tutti accasati. Sì ok, c’è Fermin Aldeguer e lo pagherebbero direttamente da Borgo Panigale, ma il ragazzo spagnolo è una scommessa e nulla più, visti i risultati attuali. E il paradosso adesso è quasi grottesco: se Pramac resta con Ducati rischia di ritrovarsi con due moto vincenti senza nessuno sopra che possa farle vincere. Non vincerebbe, verosimilmente, neanche passando in yamaha – o almeno non vincerebbe al primo anno – ma avrebbe comunque più giustificazioni e Paolo Campinoti, che non è certo uno sprovveduto, è perfettamente consapevole di quanto adesso potrà essere lui a dettare le regole. Sempre ammesso che Ducati sia davvero disposta a ascoltare, oltre che, come ha spiegato Dall’Igna, a aspettare.