“Si punta sempre al massimo, poi a scendere viene sempre in tempo”. Andrea Iannone l’ha detto nel media scrum di Misano, dopo Gara2 chiusa in decima posizione e con un po’ di delusione. Una frase, la sua, buttata là per spiegare la scelta della gomma per la gara di oggi pomeriggio e per ribadire che un pilota pensa sempre e solo, in ogni caso, a vincere, senza troppi altri programmi. A volte va bene e a volte, come oggi, non va benissimo. “La verità – ha poi aggiunto The Maniac – è che di questa domenica pomeriggio salvo qualche punto e il fatto di non essere cadute. Guardate che non è stato facile non cadere oggi”.
Non è stato facile per lui e non lo è stato nemmeno per il campione del mondo in carica, che anzi in Superpole sulla ghiaia ci è finito: “Io non lo so se la Panigale ha dato tutto quello che aveva da dare, di sicuro è la moto campione del mondo e la avremo per un altro anno. Quindi, se dovesse essere ancora la mia moto, mi concentrerei sul lavoro. Penso che con Bautista ci sia una differenza di peso complessiva di 15 o 16 kg e anche una altezza differente, lui sicuramente un piccolo vantaggio ce l’ha ma questo non sono cose di cui voglio parlare e neanche mi interessano. Penso a me e a come tirare fuori il massimo da questa moto”.
“Il massimo”. E’ la parola che ricorre più spesso, anche quando, inevitabilmente, l’attenzione si sposta sul mercato. E’ lì che la frase pronunciata dallo stesso Iannone poco prima diventa a sua volta domanda: si punta sempre al massimo perchè scendere viene in tempo? La risposta, però, è da pilota che ne ha viste e attraversate troppe per lasciarsi fregare: “Dipende da cosa tu pensi sia il meglio. Per te magari è una rossa e per me invece una mora. Io avevo detto che avrei parlato di mercato dopo Misano e ci siamo. Proposte da valutare ci sono e questo mi fa già molto piacere, perché sono tutte prospettive interessanti. E posso dire anche che nella mia testa c’è una priorità, poi vedremo. Io cosa voglio lo so”.
Non dice quale è quella priorità, ma le parole di Iannone evocano quelle di Marc Marquez di qualche mese fa: “Ho un piano su tutti”. Quel piano, poi, era la Ducati ufficiale nel Team Ufficiale. E l’impressione è che per Andrea Iannone possa essere la stessa cosa, ma in Superbike. Forse anche più dell’ipotesi del clamoroso ritorno in MotoGP con Pramac (soprattutto se con Yamaha piuttosto che con Ducati). Anche in questi giorni a Misano le dichiarazioni d’amore a Ducati sono state molte e rimane difficile pensare che il “piano a” a cui Iannone ha fatto riferimento possa essere localizzato troppo distante da Borgo Panigale. Quali sono con esattezza le prospettive di futuro a cui ha fatto riferimento? Lui non lo dice adesso e probabilmente non lo dirà mai, ma possiamo provare a metterle in ordine: la Ducati del Team Aruba o una BMW ufficiale in Superbike, oppure la MotoGP con Pramac in sella a una Yamaha o, ma sembra più un sogno che una possibilità concreta, la MotoGP con Pramac e una Desmosedici uguale a quella degli ufficiali. La certezza, per adesso, è una sola: “si punta al massimo, poi a scendere viene sempre in tempo”. Per capire, però, cosa è il massimo per Andrea Iannone e che cosa, eventualmente, sarebbe “scendere” bisognerà aspettare verosimilmente fino alla fine di luglio.