Il film sulla famiglia Williams, quello che parla di papà Richard, è la storia di un uomo comune ed eccezionale nello stesso tempo, un uomo che aveva un piano. Un piano perfetto e perfettamente eseguito per le sue figlie, che si chiamano Venus e Serena. Papà Richard non è sempre stato un brav’uomo, ma ha avuto un pregio, e nel film si vede bene: ha sempre lavorato duro e, sopratutto, non ha mai guardato al punteggio.
Cosa significa? Significa che Richard, nel film interpretato da Will Smith, non ha mai pensato a quanto per lui e le sue figlie sarebbe stato più difficile rispetto a molti altri (neri e poveri nel circuito se ne vedevano pochi), non ha mai guardato gli altri, né le classifiche, e ha scelto di non iscrivere Venus nel circuito Juniores preferendo invece farla allenare in privato, andando contro tutti quelli intorno a lui, che gli consigliavano il contrario.
Richard Williams è stato un genio, ed ha insegnato l’umiltà e la lotta alle figlie. Ha insegnato loro a giocare, e ha detto loro di tenere sempre a mente "il piano”, il loro piano.
Richard Williams non è diverso da Toni, lo zio di Nadal, un altro artefice, insieme al nipote, di un vero e proprio miracolo sportivo. Un miracolo sportivo che anche in questo caso ci insegna a non guardare al fottuto punteggio. Rafael Nadal in Australia ha vinto il suo ventunesimo slam, uno in più di tutti gli altri. L'unico ad averne ottenuti ventuno nella storia del tennis. Pensare che proprio lo zio, dopo un 2021 molto difficile, ha dichiarato che Rafa stava pensando al ritiro.
Lo spagnolo nel suo gioco non pensa alle movenze, non pensa allo stile, non pensa agli spettatori che lo amano o lo odiano, Rafa pensa al piano che ha in testa per il game o il set che sta giocando, e con umiltà, colpo dopo lo colpo, lo prova a mettere in pratica.
Rafa non guarda al punteggio. Ieri contro Medvedev aveva praticamente perso, era sotto di due set a zero, contro un avversario di dieci anni più giovane, sembrava perdere ogni secondo sempre più sudore, così tanto da non riuscire nemmeno a tenere la racchetta in mano. Eppure poi, quasi improvvisamente, ha scelto il piano giusto. Ha "lasciato andare”, ha portato Medvedev là dove il russo non voleva stare - a rete - e lo ha sorpreso con colpi al limite del paranormale. Rafael Nadal ha mischiato, ancora una volta, forza e strategia, e lo ha fatto nel miglior modo possibile.
Nel quinto set era Medvedev a sembrare il più vecchio, il più appagato, è sembrato il russo quello da battere. Al centro del campo centrale Rafa era un esordiente, assomigliava allo stesso diciannovenne che era e che vinse, ormai molti anni fa, il suo primo slam, sorprendendo tutto il mondo dello sport. Diciamoci la verità: Medvedev il punteggio lo ha guardato, e si è depresso, e per questo ha perso. Non si aspettava che lo spagnolo potesse recuperargli due set.
Tanti scrittori, da Allen a Wallace, hanno parlato del tennis come metafora della vita, questi due eventi di Richard Williams e Rafa Nadal sono la riprova che questa metafora può essere realtà. Una metafora semplice, poco retorica, forse nemmeno troppo poetica, una metafora che attraverso due combattenti suggerisce anche ad ognuno di noi di non pensare a quello che abbiamo fatto, ma di guardare sempre a quello che possiamo ancora fare. Ognuno di noi fa parte di un piano, ognuno di noi si è costruito qualcosa nella vita o sta provando a farlo.
In questo lunedì di merda (come tutti i lunedì di merda) alcuni, di sicuro, si stanno sentendo senza forze, sentono di avere sbagliato tutto, perché sentono che le loro scelte li hanno portati in basso, nel punteggio, e non trovano modo di recuperare.
Ecco stasera fatevi un favore, se non lo avete fatto, andate al cinema più vicino e guardatevi il film su King Richard e poi gli highlights di Nadal-Medvedev nella finale degli Australian Open. Magari sarà un effetto placebo, magari durerà per poche ore, ma di certo vedrete un barlume di vita, di grinta, di forza, e soprattutto capirete: per vincere, o quantomeno provare a rialzarsi, è meglio non guardare MAI al punteggio.