Ramon Forcada è nel giro delle corse in moto da una vita e tutti nel paddock lo considerano una sorta di istituzione. Per questo può permettersi di raccontare ciò che altri non racconterebbero, compreso ricostruire le ragioni della sua separazione con Franco Morbidelli. I due avevano dato vita ad un sodalizio vincente, con Morbidelli che era riuscito ad arrivare ad un passo dal titolo mondiale della MotoGP e che ha sempre affermato di dover dividere i meriti proprio con Forcada. Poi, però, per il pilota italobrasiliano si sono spalancate le porte del team ufficiale Yamaha e la coppia non si è ricomposta, anche se è quello che entrambi avrebbero voluto.
“Certo che mi sarebbe piaciuto continuare con Morbidelli – ha detto Forcadaa Motorsport.com – ma non è stato possibile. Le corse sono così, ci sono in ballo mille fattori e nessun obbligo. In queste cose concorrono questioni contrattuali, relazioni, rapporti di sponsorizzazione e alla fine è stata una questione politica". Non c’è rabbia nelle parole del sessantaquattrenne e, tutto sommato, non c’è nemmeno delusione, ma solo la consapevolezza che nel motorsport non sempre le cose seguono il copione che si aveva in mente. Continuerà, quindi, a lavorare con Andrea Dovizioso, con cui si è trovato molto bene nell’ultima parte della stagione ancora conclusa, e all’interno di una squadra, il neonato team RNF WithU, che non poteva permettersi di cambiare troppo.
“Quando Valentino Rossi è entrato in questa squadra ha portato molte delle sue persone – ha spiegato il capomeccanico del Dovi - Ora sta arrivando un nuovo pilota, Darryn Binder, e tutto sta cambiando di nuovo, con un capo tecnico che viene dalla Moto2. Se avessi lasciato anche io sarebbe stato un bel casino e Yamaha non vuole danneggiare una squadra che paga le sue moto più di quanto dovrebbe". Una affermazione, quest’ultima, che non è passata inosservata e che suona di provocazione, con Forcada che, però, non fornisce ulteriori spiegazioni, limitandosi a confermare che il suo contratto, comunque, è rinnovato per un solo anno. “Poi si vedrà – ha aggiunto serafico – non è una cosa che mi preoccupa”.
Anche perché nel paddock ci sta da sempre e conosce ogni dinamica di ciò che ruota intorno alla MotoGP, compresi gli imprevisti e i cambi di scenario: “Non si possono fare paragoni tra Franco e Fabio sul loro debutto con la moto ufficiale perché ogni storia è a parte – ha concluso l’esperto capomeccanico - Fabio è andato via l'anno scorso ed è stato molto buono il suo esordio con la Yamaha ufficiale, perché si è portato della gente con lui, creando spazio per quelli che sono arrivati con Rossi. Se Fabio non si fosse portato alcuni ragazzi con lui, quelli arrivati con Valentino avrebbero creato una situazione complicata. Ogni caso è diverso”.