“Dal canto mio sono pronto al 100%” – Fabio Quartararo c’ha messo giusto il tempo di arrivare davanti ai microfoni dei giornalisti presenti a Mandalika per spiegare che lui si sente pronto, prontissimo, ma che i dubbi su quanto lo siano Yamaha e la sua moto sono parecchi. E pesanti. “Questa mattina ero abbastanza veloce, ma non contento, poi nel pomeriggio le sensazioni sono migliorate, ma mi sentivo al limite. Mi aspettavo di meglio, spero che in Qatar sarà un'altra storia”. Non è uno che perde la pazienza e anche queste dichiarazioni le ha pronunciate con il sorriso sulla bocca, ma, se è vero che lo sguardo non mente mai, Fabio Quartaro ha gli occhi di chi non sa se essere deluso o incazzato. Perché sono mesi che ripete sempre le stesse cose: la moto ha bisogno di più potenza, di più velocità, per non dover essere sempre in affanno.
Una potenza che gli ingegneri giapponesi di Iwata non sembrano essere riusciti a cavare dal nuovo motore, con la velocità di punta che rimane piuttosto bassa rispetto ai prototipi degli altri marchi. Ma anche con una stabilità e una capacità di lavorare in curva che è ancora il punto di forza della M1. Risultato? Fabio Quartaro ha chiuso comunque la tre giorni di test nelle posizioni che contano, con tempi di assoluto rispetto e un passo gara sempre tra i più competitivi. Eppure vuole di più. Da un lato perché teme che gli altri (la Ducati su tutti) possano essersi nascosti, dall’altro perché vorrebbe presentarsi nei fine settimana di gara con un margine di tranquillità, invece di essere costretto a metterci sempre tanto del suo.
Lo ha spiegato ancora oggi, dopo il day3 di Mandalika: “Non so dove possiamo migliorare la nuova M1 – ha concluso - è già al limite . Ho provato la media posteriore perché Michelin non porterà le morbide per il GP e non mi sono mai sentito così male con le gomme. Quando ho rimontato le soft ero mezzo secondo più veloce, alla fine sono soddisfatto del mio passo, ma c’è tanto da lavorare. Cioè, quando ad ogni curva l'anteriore scivola, il posteriore sbanda e sei con il gomito per terra, è difficile trovare qualcos’altro da inventarsi per migliorare. Per me è importante che il team e la Yamaha lavorino per trovare più velocità, così mi sento meno al limite. Devo lavorare sodo e sempre, guidare così è molto difficile” . Non chiede di poter andare a spasso, quindi, ma nemmeno di dover essere sempre costretto a guidare sopra i problemi, andando a tirare fuori ogni volta il massimo da se stesso per colmare un gap che non è suo, ma della moto che gli hanno preparato. E, diciamolo chiaramente, non sembra proprio che il francese sia uno che vuole giocare a sminuire il suo mezzo per far emergere ancora di più il suo talento. Non è quel tipo di pilota e chiunque conosce minimamente il paddock può dirsi certo che Fabio Quartararo non sta facendo strategia.
In Yamaha, però, sembrano non sapere che pesci prendere per provare a venirgli incontro e bisogna pure riconoscere che i risultati arrivano. Quindi rimane difficile autoconvincersi che le cose non vanno bene quando, invece, il cronometro dice tutt’altro. E’ così che s’è generato uno stallo che adesso, però, rischia di essere pericolosissimo: c’è un rinnovo da sottoscrivere. E Fabio Quartararo ha parlato ancora una volta in maniera molto chiara: “Mi aspettavo un miglioramento maggiore della moto e questo apre il mio futuro. Devo cercare l'opzione migliore per me". In Yamaha, però, si dicono convinti che alla fine, al di là della azioni di disturbo di altri marchi (Honda in primis), la situazione dovrebbe risolversi: “È normale che abbia ricevuto offerte – ha detto Maio Meregalli - ma siamo fiduciosi e stiamo facendo tutto il possibile per assicurarci di mantenerlo per i prossimi due anni o più. Fabio è la nostra priorità, siamo in contatto quasi quotidiano con il suo manager, seguiamo il nostro programma e cerchiamo di trovare un modo per raggiungere un accordo il prima possibile". I soldi, però, c’entrano poco o niente e il modo per convincere il francese sembra essere uno solo: una M1 più cattiva.