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Rimpianti da Singapore: come una strategia perfetta non è bastata a far dimenticare un sabato disastroso

  • di Luca Vaccaro Luca Vaccaro

30 settembre 2024

Rimpianti da Singapore: come una strategia perfetta non è bastata a far dimenticare un sabato disastroso
Il lungo periodo di stop che accompagna la Formula 1 verso Austin mette ancora più in luce la disfatta della Ferrari a Singapore dove un'ottima strategia della domenica non basta a cancellare i rimpianti delle qualifiche del sabato

di Luca Vaccaro Luca Vaccaro

Una domenica dal sapore dolceamaro, difficile da inquadrare per la scuderia di Maranello che, complice un sabato disastroso, porta a casa solamente un quinto e un settimo posto, sebbene quanto mostrato in pista, soprattutto con Charles Leclerc, abbia strappato un piccolo sorriso, l’unica nota positiva di un weekend che non ha certamente rispettato le aspettative iniziali. La Ferrari arrivava a Singapore con i favori del pronostico, da un lato con l’obbligo di riscattare il secondo posto conquistato a Baku, nonostante una macchina superiore, seppur di poco, rispetto agli avversari, dall’altro con l’obiettivo di mettere punti importanti in cascina, al fine di continuare a credere nel titolo costruttori. Uno scenario che però si è scontrato con la dura realtà della pista, la quale non perdona nessuna imperfezione, soprattutto quando al termine delle qualifiche del sabato le due rosse sono state condannate ad occupare la nona e la decima casella di partenza in vista dei sessantadue giri della domenica. Una doccia fredda, inaspettata e dolorosa come forse non mai in questa stagione, anche a causa della consapevolezza di essere in un circuito in cui solo un potenziale harakiri o un’impresa avrebbe potuto regalare alla scuderia diretta da Frédéric Vasseur un sorriso amaro.

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La vera notizia al termine del gran premio è che l’harakiri non c’è stato, così come non si è vista in pista nemmeno la Safety Car, un colpo di scena inimmaginabile, visti i precedenti di Marina Bay, che solo un anno come il 2024 ci poteva regalare. Un’impresa però, se così la si vuol definire, c’è stata e porta la firma del muretto Ferrari e di Charles Leclerc: il monegasco è scattato bene, ma la vera differenza nella sua gara l’ha decretata la strategia adottata, in quanto Charles si è ritrovato dapprima a dover sacrificare la parte finale del primo stint, per poi costruirsi un finale di gara arrembante grazie a una gomma decisamente più fresca rispetto a quella dei suoi avversari. La Ferrari ha dunque scommesso su una strategia aggressiva e come a Monza ne è uscita vincitrice: un esito non scontato, ma che ha sortito poi i suoi effetti quando, rientrato in pista con gomma hard, Leclerc era decisamente più veloce rispetto ai suoi avversari, un ritmo che lo ha messo al sicuro anche dalla possibilità di non riuscire a liberarsi subito delle vetture più lente e finire nella tanto temuta aria sporca, che in molteplici occasioni quest’anno ha compromesso le prestazioni dei piloti.

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Una scommessa che testimonia il netto cambio di mentalità voluto in prima persona dal team principal della scuderia, ritenuto uno step cruciale per poter lottare al vertice e che ha portato a maggiore convinzione e fermezza nel prendere le decisioni. Uno stacco col recente passato, caratterizzato per lo più da un approccio conservativo da un punto di vista strategico. Così, al termine del GP Leclerc è quinto, peraltro ad una manciata di decimi dalla quarta posizione di George Russell, a testimonianza del fatto che, con una gestione migliore del weekend, perlomeno un posto sul podio sarebbe stato ampiamente alla portata. “Venerdì eravamo in una forma migliore rispetto alla quinta e settima posizione ottenute oggi – ha commentato a caldo Frederic Vasseur – quindi significa che abbiamo lasciato qualcosa per strada durante il fine settimana. Quando inizi la gara a Singapore in nona e decima posizione sai che è stato sbagliato qualcosa, ed il risultato del fine settimana non è quello previsto”. “Detto questo – ha proseguito Vasseur – il lavoro fatto in gara è stato buono, il ritmo è stato competitivo. Charles ha avuto un buon avvio, Carlos un po' meno ma poi con la giusta gestione della corsa sono risaliti entrambi”. Troppi errori, soprattutto per un team che vuole ancora dire la propria nella lotta alla conquista del titolo costruttori, dal momento che quello piloti, a patto di grandi stravolgimenti, è ormai una lotta a due tra Max Verstappen e Lando Norris. I jolly a disposizione sono ormai terminati e d’ora in poi sarà cruciale massimizzare il risultato di gara in gara, altrimenti le possibilità di riportarsi in piena lotta saranno azzerate.

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