Niente giornalisti allo shakedown di Sepang. Il 5 febbraio, infatti, le case costruttrici metteranno per la prima volta in pista le moto del 2023, prima dei test ufficiali previsti per il 10 e 11 febbraio, ma l’anteprima assoluta non potrà essere raccontata. Perché Dorna e FIM hanno deciso, verosimilmente su richiesta delle stesse case costruttrici, che la giornata di lavori si svolga a porte rigorosamente chiuse alla stampa. Insomma, la MotoGP ha bisogno di visibilità, ma quelli che danno visibilità devono restare fuori. Il motivo? Occhi troppo lunghi, smartphone sempre accesi e fotocamere sempre in agguato. Insomma, si teme lo spionaggio senza voler prendere coscienza che non è tenendo fuori i giornalisti che si combatte un fenomeno inevitabile. Soprattutto nel giorno della prima assoluta delle nuove moto in pista.
A far notare agli organizzatori della MotoGP che si è trattato di una scelta decisamente infelice, ci sono ormai da qualche ora le testate di settore di mezzo mondo, ma noi ci permettiamo di condividere in pieno le parole usate dal direttore di GPOne, Paolo Scalera, nella lettera aperta (qui il testo integrale) indirizzata “ai boss della MotoGP”.
“A chi giova? – si chiede Scalera mettendo in copia, tra i destinatari, anche i vari responsabili delle case costruttrici – La MotoGP non è nel suo momento di massima popolarità, così si alimenta solo il calo di attenzione”. Senza considerare, precisa ancora Scalera, che la notizia del divieto alla stampa è stata diffusa solo alle 19 di ieri, quando gran parte delle testate e dei giornalisti avevano già provveduto a prenotare voli, hotel e materiali, visto che Sepang non è proprio dietro l’angolo. “Tutti noi avremmo iniziato a scrivere e pubblicare interviste e video ,rispettando le raccomandazioni della Dorna, spostandoci dall’Europa alla Malesia – scrive ancora Scalera, rivolgendosi direttamente a Carmelo Ezpeleta - te lo ricordo, nella maggior parte dei casi a nostre spese perché nell’ormai sparuto gruppo di aficionados ci sono molti giornalisti free lance. E converrai con noi che a fronte della spesa, una cosa è avere una decina di giorni a disposizione per raccontare, un’altra solo tre: si chiama utilità marginale. Caro Carmelo, la TV è fondamentale, ma i personaggi, di cui disperatamente il nostro sport ha bisogno, li costruisce la stampa nella sua interezza. Perché gli appassionati hanno bisogno di storie, non solo di cronache. Aggiungiamo un piccolo, prezioso, dettaglio: senza di noi giornalisti in pitlane come faranno le Case a spiarsi a vicenda senza mescolarsi con noi?”.