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Rivedere Marc Marquez in pista è stata un’emozione vera. Come dimenticarsi il Covid

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

16 aprile 2021

Rivedere Marc Marquez in pista è stata un’emozione vera. Come dimenticarsi il Covid
Marc Marquez è tornato in moto ed è un’emozione. Niente a che vedere con il primo tentativo di ritorno, quasi meglio delle prime FP1 del mondiale in Qatar. Tutti dicono che un campione è quello che si rialza, non quello che non cade. Qui però non c’è retorica, c’è uno che, per dirla alla Meda, “va come una bestia”

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Semaforo verde, iniziano le FP1 della MotoGP a Portimaõ. Esce Oliveira, escono le Aprilia. Esce Valentino Rossi. Marc Marquez, tuta e sorriso, aspetta. Poi toglie il cappello per mettere il casco. Infila i guanti, sale sulla sua Honda in mezzo ad un capannello di giornalisti e fotografi. Io mi emoziono. Mi emoziono perché le cose si sistemano. Perché è la vita. Anche se è Portimaõ, anche se l’asfalto è pieno di chiazze, l’importante è ripartire. Riprendersi un po’ delle proprie cose, del proprio modo di essere. Uscire. Per Marc è stato come bruciare le mascherine, buttare i gel, dimenticare il coprifuoco e trovarsi libero.

Fa un primo giro lentissimo Marc Marquez, vuole vedere la pista e sentire la moto. Affronta le curve come un amatore, così è difficile anche scaldare le gomme. Dentro il casco però lo immaginiamo vivere un momento solo suo, non dei tecnici e nemmeno della stampa. Solo lui, la moto e la cosa migliore che gli riesce fare a questo mondo. Fa un secondo giro veloce, quasi velocissimo, da quarto tempo. Poi rallenta di nuovo, mentre al box lo stanno aspettando dall’istante in cui è uscito.

Sta ancora prendendo dei farmaci perché l’infezione non è passata del tutto, il medico dice che è al 90%. Gli auguro di tornare a farsi odiare l’anno prossimo, non questo. A vincere da cannibale, da mostro. Senza rispetto e solo fame, ma dall'anno prossimo. Vederlo così concentrato, veloce ma attento, è stato un momento di felicità. Le cose si aggiustano quasi sempre. È vero che quelli bravi, quelli che fanno la differenza, sono quelli in grado di rialzarsi. Non è retorica e nemmeno marketing per i social, il problema è che nella vita non succede quasi mai. Nello sport solo a pochissimi.

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Marc torna dentro dopo una prima uscita chiusa con il secondo tempo, a 61 millesimi da Pecco Bagnaia dopo 7 giri. Altro capannello, il padre Julià copre la telcamera per dare un po’ di privacy al figlio. Si sistema con calma Marc, rimette il cappello e comincia a parlare. Parla della moto, di come ha trovato il lavoro fatto da Bradl, delle sue sensazioni. La pista comincia ad asciugarsi e il tempo della prima uscita a scendere dai piani alti.

Poi finalmente rientra in pista per un secondo turno e sembra già quello che aveva lasciato. “Va come una bestia” sintetizza Guido Meda a 7 minuti dalla fine delle libere.

Chiude terzo. E ride, ma solo alla fine. Tutto intorno è silenzio, chi lo aveva previsto lontano raccoglie i cocci e chi aveva pronosticato un ritorno graduale si dice colpito. La gara è domenica ed il ritmo è un’altra cosa. Ma il ragionamento imponeva pensare che ci sarebbe voluto del tempo, perché è comunque un essere umano. Invece no, Marc Marquez è ancora capace di andare oltre, di stupire e ridefinire lo standard di fuoriclasse.

E quindi si, è proprio il Marquez di sempre.

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