“Sì, Yamaha ha già un motore V4”. Lo ha detto Lin Jarvis, confermando una voce che nel paddock girava già da un pezzo e che, di fatto, segna una vera e propria rivoluzione per la casa di Iwata. Perché Yamaha ha scritto la storia della MotoGP con il quattro cilindri in linea e perché da sempre gli ingegneri giapponesi hanno difeso la scelta di non adeguarsi a ciò che invece sembrava rappresentare il futuro: il motore a V. Una difesa che tutto sommato in Yamaha portano avanti ancora adesso, spiegando l’inversione di rotta non con la mancanza di risultati, ma con il fatto di essere rimasti soli.
Che significa? Significa che a “costringere” Yamaha a lavorare a un motore V4 è stata Suzuki, che ormai da due stagioni ha deciso di uscire di scena dalla MotoGP, dopo aver vinto un titolomondiale con Joan Mir nel 2020. “Quando Suzuki era ancora nel motomondiale – ha detto Lin Jarvis parlando con i giornalisti a Misano, in occasione del GP dell’Emilia Romagna - c'erano due produttori che utilizzavano il quattro cilindri in linea. C’era quindi qualcuno con cui confrontarsi. Abbiamo osservato moltissimi sviluppi negli ultimi anni. Quando Suzuki se ne è andata, siamo rimasti l'unico marchio con un motore in linea. Secondo noi, il nostro attuale motore in linea ha ancora un grande potenziale che può essere sfruttato e migliorato. Ma poiché tutti gli avversari ora utilizzano il V4, e anche in vista delle nuove regole per il 2027, dobbiamo capire il potenziale del motore V4 rispetto a un quattro cilindri in linea. Per questo già da tempo Yamaha è al lavoro su questo fronte”.
Che il V4 con i tre diapason esistesse già l’aveva lasciato intendere in tempi recenti anche Fabio Quartararo, che da mesi spinge in ogni modo per poterlo avere in pista prima del tempo, magari già dal 2025. Il fatto che ci sia un nuovo motore, però, non significa che la moto da costruirgli intorno sia già pronta, anche perché il prototipo della M1 è totalmente da rivedere a partire dal telaio a cui il motore dovrà essere ancorato. Un lavoro enorme che spaventerebbe chiunque, persino un colosso come Yamaha, soprattutto in un momento storico della MotoGP in cui è già stato annunciato un regolamento che entrerà in vigore dal 2027.
“Il progetto è attualmente nei tempi previsti – ha proseguito Jarvis - Il motore è già stato progettato ed è stato provato al banco. Non è ancora il momento di metterlo su una moto. Lo porteremo in pista solo dopo i test di affidabilità”. Perfetto stile giapponese, quindi, con il fiato sul collo dei piloti che sembra totalmente ignorato. L’impressione, però, vista la crisi di risultati e visti i nuovi volti nel management del Team Monster Energy, è che il 2025 potrebbe essere l’anno giusto, anche se Lin Jarvis predica prudenza. “Dobbiamo decidere ora come affrontare il 2025” – ha ammesso. Buttarsi per due stagioni, preparando per frattempo un ulteriore nuovo motore, a quel punto rigorosamente V4, con la cilindrata prevista dal nuovo regolamento? Oppure andare avanti nel 2025 con il quattro in linea e continuare a lavorare a Iwata e nei circuiti giapponesi, per poi far debuttare nuovo motore e nuova moto per una sola stagione?