C’è una foto di qualche giorno fa che sta spopolando online: Roberto Baggio, con la sua Panda 4x4, che lavora nell’orto. Un pannello solare caricato nel bagagliaio, pneumatici infangati, giacca militare da cacciatore (quale è). Se non lo sapessimo diremmo che somiglia al nostro vicino intento nei suoi lavori da pensionato. È un’immagine così normale… così potente. Perchè?
Quando è l’ultima volta che avete visto un calciatore zappare la terra? Mai.
Eccovi la risposta: mai.
Eppure quello è un calciatore, anzi forse è “il” calciatore. Il Divin Codino, il Pallone d’Oro, Roberto Baggio è il calciatore più trasversalmente amato della storia d’Italia (tranne dai fiorentini che non gli hanno mai perdonato il passaggio alla Juve, ma loro, si sa, sono un caso a parte e tutt’oggi hanno fatto la stessa scenata contro Chiesa).
Oggi siamo abituati a vedere i calciatori su Instagram mentre salgono sull’aereo privato o sollevano trofei, accompagnati da compagne che sembrano il sogno erotico di turno e sempre presi in cerimonie in loro onore. Nessuno la domenica taglia l’erba e carica i sacchi nel Pandino per postarlo su Instagram. L’algoritmo salterebbe per aria a vedere un calciatore di Serie A che non è in una super palestra tecnologica, in barca, da uno chef stellato a Ibiza, etc..
Baggio non ha Instagram, usa solo Facebook e se ne frega di fare errori grammaticali o salamelecchi. Parla poco e quando lo fa di solito è per elogiare qualcuno. Anche in carriera nessuno ricorda una sua polemica eppure di batoste ne ha prese tante. Respinto da Capello e Sacchi e poi Ancelotti finì per giocare a Bologna e dimostrare che la gente voleva solo lui.
Oggi è tutto diverso. I calciatori dettano la linea strategica alla squadra e non viceversa. Pensate a Cristiano Ronaldo, che ha un peso pure sullo spogliatoio e sulla scelta dell’allenatore. CR7 è in grado di far salire o scendere il titolo della Juve in Borsa e di portare introiti alla squadra anche solo col merchandising.
CR7 adesso è positivo asintomatico al Covid-19 e attorno a lui c’è un alone di preoccupazione e un cordone sanitario che manco Trump. Per forza, se mai gli dovesse succedere qualcosa la Juve andrebbe in bancarotta.
Ora pensate a Baggio, coi ginocchi rovinati, che si trascina di operazione in operazione tra dolori insopportabili (la chirurgia ha fatto passi da gigante negli ultimi due decenni ma lui non ne ha beneficiato). Tutto da solo, a casa con sua madre che lo vide piangere per la prima volta. In una partita contro il Rimini di Sacchi una scivolata gli costò: crociato, capsula, menisco e collaterale del ginocchio destro. Dell’intervento disse: «Mi hanno bucato la testa della tibia col trapano, poi hanno tagliato il tendine e passato dentro il buco, lo hanno tirato su e fissato con duecentoventi punti interni... la gamba destra era diventata così piccola che pareva un braccio». Successivamente dirà: «Ho giocato tutta la carriera con una gamba e mezzo». Vi immaginate una cosa del genere oggi? No. Eppure era pochi anni fa...
Era un altro mondo, eppure era ieri e sembra così lontano da noi.
Già negli anni Novanta c’erano i giocatori star ma non è niente di paragonabile a oggi. CR7 è uno dei cinque atleti più pagati al mondo secondo Forbes. Solo nel 2018 ha fatturato 107 milioni di euro. Il numero 7 incassa 31 milioni di euro a stagione solo dalla Juve, poi ci sono la Nike con un contratto a vita da 1 miliardo e altre robette tipo Herbalife a EA Sports da cui ricava altri 47 milioni. Non si sa quanto lo abbia pagato l’università e-Campus per la campagna pubblicitaria in cui si fa inquadrare col Pallone d’Oro in mano, ma di sicuro non sono buoni pasto. Tutto senza contare la catena di ristoranti a suo nome o il suo brand di abbigliamento.
Ma insomma, Ronaldo fa benissimo così ed è anche un campione come dimostra ogni domenica. Maestro di fair play, atleta dotato di una forza aliena.
Tuttavia ci sarebbe da chiedersi: di quanti Roberto Baggio col Pandino avrebbe bisogno il mondo del calcio? Non farebbe bene a tutti una iniezione di umiltà, di normalità, qualcosa senza like e contratti milionari?
A voi l’ardua sentenza.