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Rubén Xaus: “Niente contro Valentino Rossi, sono felice che ci sia la VR46. Il mio team? Lavoriamo come pazzi”

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

31 marzo 2021

Rubén Xaus: “Niente contro Valentino Rossi, sono felice che ci sia la VR46. Il mio team? Lavoriamo come pazzi”
Rubén Xaus, Team Manager del Team Avintia in MotoGP e Moto3, torna sull’intervista che abbiamo riportato ieri su MOW: (“Non sono mai stato contro Valentino Rossi”). Poi racconta della VR46: (“quello che ha fatto Rossi non lo fa nessuno al mondo”), del suo team: (“La mia gente deve dare tutto, nel nostro box ognuno lavora per tre”) e dei suoi piloti: (“voglio che si giochino la top 10”).


di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Nel primo pomeriggio di ieri, in redazione è arrivata una telefonata di Rubén Xaus. Ha letto un articolo di MOW sulle sue dichiarazioni in una diretta con Giovanni Zamagni e, ha spiegato, non voleva dare contro a Valentino Rossi, anzi. Lavora bene con la VR46 ed è felice di farlo. Così ci siamo accordati per un’intervista in modo da farci spiegare meglio il suo punto di vista, cogliendo l’occasione per parlare del suo team e della stagione che è appena iniziata.  

Ciao Rubén.

“Mi ha chiamato mezzo mondo per delle cose che io non ho detto. Non va bene scrivere una cosa che non ho detto, io ho detto che è strano che la Petronas, che andava benissimo, domenica non ha funzionato. Ma non ho mai detto che è colpa di Rossi. Sapevo di scatenare una polemica, ma non era certo contro Valentino. Ho parlato della Yamaha, nient’altro. La Yamaha del team Petronas”.

C’era buona fede, non certo l’intenzione di riportare qualcosa che non hai detto.

“Lo so, se non ci fosse stata buona fede non staremmo qui a parlarne. Io sono uno che dice le cose, per esempio ho detto che la strategia di Ducati non è stata perfetta. Se hai visto la gara di quattro anni fa, sai che Dovizioso è stato molto bravo a chiudere le porte. Ma non avevo parlato così di Valentino”.

La prestazione del Team Petronas può essere legata alle gomme?

“Non lo so, non ho letto quello che è successo. Mi ha stupito vedere che chi punta al mondiale non è stato lì durante la gara, è quello che non mi torna. Ma non voglio vedere fantasmi dove non ce ne sono”.

In redazione c’è chi ha pensato che tu volessi far sentire la tua voce perché la VR46 ha un piede in Avintia.

“Non è vero! Io sono contento, ho una voglia di tornarmene a casa che non ti immagini. Abbiamo un circuito, il benzinaio, l’edile, lavoro per una banca, abbiamo una squadra di calcio, gestisco i miei sponsor e le agenzie media… Non vedo le mie figlie e qui lavoro tutto il giorno, sono contento comunque. Se la VR46 è entrata in contatto con noi è perché il team ha meritato di avere un partner come loro. Stiamo facendo bene, era una squadra messa un po’ male e noi abbiamo alzato il livello.

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Rubén Xaus con Luca Marini.

"Ad ogni modo sono fiero della nostra collaborazione e ammiro molto la VR46. Perché quello che ha fatto Valentino con la VR46 non lo fa nessuno al mondo. Nessuno. Chi mi conosce lo sa. Se Pablo (Nieto, ndr.) viene al box lo aiutiamo, è come a casa sua. Con tutta la VR46 andiamo d’accordissimo, c’è una relazione molto bella. Il problema è che nella vita uno tende a vedere le cose con malizia quando magari non è così. Il team sta facendo un buon lavoro e ho due piloti fantastici. Mi sento mezzo italiano, e ho due piloti italiani su di una moto italiana. Questo per me è bellissimo. Ed è un onore stare con Marini e Bastianini. Quello che accadrà in futuro andrà bene, perché una parte di questa storia - grande o piccola che sia - l’avrò fatta io. E ne vado fiero”.

Tu hai rivoluzionato il Team Avintia. Come?

“Quello che è veramente cambiato è la mentalità. Noi siamo in MotoGP, e nelle corse in moto è il livello più alto al mondo. La mia gente deve dare tutto. È l’unico modo di poter compensare le mancanze meccaniche, tecniche e di budget. Nel nostro box ognuno lavora per tre. Abbiamo poco personale e materiale non freschissimo, e questo richiede più attenzione. Ogni piccolo errore ci fa scendere di livello, ma noi dobbiamo dare sempre il massimo. Ogni weekend dell’anno. Abbiamo sistemato i contratti e risolto i debiti, ora il team ha una base solida e sa che potrà finire l’anno con certezza, prima non era così. Questo è cambiato. Ma io non sono un mago, sono uno che si fa un mazzo così e che ogni giorno ci mette tutto sé stesso”.

Che rapporto vi lega allo Sky Racing Team VR46?

“La VR46 è con noi, abbiamo una grande sinergia e l’immagine del team è intatta. Siamo un team unito, con i colori diversi ma sportivamente parlando molto unito. Condividiamo e ci aiutiamo. Abbiamo avuto un problema con dei meccanici durante i test, allora ne ho presi due e li ho mandati dall’altra parte vestiti con i colori del Team Sky. Con Sky risolviamo sempre tutto al momento. In futuro vedremo come andrà, ma l’importante non sono io, Ruben Xaus, è il team. Oggi è Esponsorama Racing e domani chissà, ma l’importanza rimane il team”.

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Torniamo a parlare di corse: Enea Bastianini è partito molto bene, può fare un podio quest’anno?

“Parole troppo grosse. Io vado con cautela perché il livello quest’anno è altissimo. Voglio che i piloti crescano e si facciano vedere, così anche noi meriteremo materiali migliori e più attenzione da Ducati. Ma sia Marini che Bastianini possono lottare per la top 10 in questo campionato. Il mio obiettivo è che siano insieme a farcela. Non uno o l’altro, ma loro insieme. Questa per me è la grandezza del nostro team”.

Cosa ti manca dalla Ducati, da Borgo Panigale?

“Materiale più fresco, perché così la mia gente avrebbe meno difficoltà. Ora devono montare, smontare e controllare continuamente le moto. Quando hai materiale migliore sei più tranquillo, mentre i miei meccanici fanno tante ore di lavoro. Però sono fiero di questo: io chiederei, ma non significa che abbia bisogno. Grazie a questo lavoro i miei meccanici sono più abituati a smontare e rimontare la moto, imparano tanto e diventano bravissimi perché hanno tanto da fare. Diventano più forti. Se avessimo una moto perfetta sarebbero troppo rilassati e finirebbero per fare degli errori. Basta che arrivi qualcosa da parte della Ducati durante la stagione, ma l’importante è che sia meritata dai piloti in pista”.

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Hai un approccio al lavoro che ricorda quello dei grandi allenatori calcistici come José Mourinho o Pep Guardiola.

“Io ho le idee molto chiare. Se devo andare nel paddock per fare le foto sto a casa. Io vado per far sì che tutti diano il massimo. I meccanici, i piloti… Tutti. Io chiedo molto anche a me stesso e di conseguenza chiedo tanto ai miei. Quello che abbiamo fatto in MotoGP negli ultimi due anni lo dobbiamo rifare in Moto3. Quello è un team che deve puntare al titolo, perché hanno tutto per riuscirci. Se devo stare nel paddock per arrivare dietro preferisco stare a casa”.

Chi vince il mondiale quest’anno?

“Difficile dirlo. La grande vittoria della Suzuki ha dato da pensare a molta gente. Credo che tutti saranno più motivati e concentrati. Vedo molto bene come squadra la Ducati, perché non hanno un leader concreto e tutti danno tanto gas per essere leader. Questo renderà la Ducati molto competitiva. E vedo anche la Yamaha competitiva”.

Pensi che ci sia una situazione simile anche nel team ufficiale Yamaha?

“Quartararo ha fatto una bella gara, ma forse ha tirato troppo all’inizio. Come moto la Yamaha è competitiva, Valentino in prova è andato fortissimo e anche se in gara qualcosa non ha funzionato la moto sembra molto veloce. La Suzuki ha fatto la solita rimonta, e questo forse farà pensare agli altri: dovranno coprirsi le spalle e chiudere le porte. Sai cosa succederà? Questo weekend vedremo davvero se la settimana scorsa è stata una gara realistica o se tutti dovevano ancora mettersi a posto”.

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