Correre a piangere dalla mamma. Ok, messa così l’immagine è forte e provocatoria, però è un po’ quello che è successo negli anni ogni volta che Ducati (o anche Aprilia) si è presentata in pista con una qualche innovazione sulle moto. E’ stato così per gli abbassatori, è stato così in passato per il famoso cucchiaio e è stato così per tante interpretazioni al limite del regolamento firmate da Gigi Dall’Igna sulla Desmosedici. Tanto che ci si è ritrovati, spesso, pure a dover fare passi indietro, tra divieti per l’anno successivo e precisazioni sui regolamenti stessi. Mentre gli altri guardavano e studiavano nel dettaglio le Ducati, però, sono rimasti al palo. Cinico da dire, anche un po’ brutale, ma è quello che è. E adesso Ducati stradomina, mentre gli altri, Honda e Yamaha su tutti, sono a un passo da una mezza catastrofe sportiva. E addirittura Dorna, temendo che possa ripetersi quanto accaduto con Suzuki (che ha detto basta con le corse), si sta chiedendo come poter aiutare i due colossi gapponesi.
Il paradosso, però, è che il regolamento ora non li aiuta, perché se da un lato è vero che gli ingegneri delle due case giapponesi avrebbero bisogno di poter contare sulle concessioni, dall’altro è altrettanto vero che non ne hanno diritto. Cosa fare? L’idea è stata quella di chiedere a Dorna di offrire una possibilità. Dorna non l’ha negata e, a quanto pare, ha voluto però chiedere l’opinione degli altri costruttori. Per Ducati e Gigi Dall’Igna poteva essere l’occasione per restituire anni di reclami, reclamucci e opposizioni e invece l’ingegnere bolognese, a nome di tutta Ducati, ha scelto la via dello sport e dello schiaffo morale.
“Sono d'accordo che il campionato debba essere il più equilibrato possibile e che dobbiamo trovare un compromesso insieme per vedere che tutti possano lottare per posizioni importanti -ha detto ai colleghi della testa spagnola AS – E’ chiaro che deve sempre vincere il migliore, perché è uno sport e lo sport funziona così. È giusto aiutare le squadre in difficoltà, ma è giusto farlo in modo equo. Non credo sia un problema di campionato. Onestamente, abbiamo un campionato magnifico e spettacolare, con grandi gare. Sono orgoglioso di lavorare in un campionato come questo. E’ stato molto difficile arrivare a questo punto, con tanti anni di sacrifici da parte di tutti in fabbrica e questo va riconosciuto. Questo non può essere perso negli anni a venire a causa di possibili concessioni troppo favorevoli ad altri ”.
Ok un aiuto, ok una qualche deroga concordata alla regola sulle concessioni, quindi, ma niente che risulti chiaramente troppo vantaggioso. Quella di Dall’Igna, in attesa di una qualche comunicazione ufficiale, dovrebbe essere – stando a quanto si dice – un po’ la posizione anche di altri costruttori, con Honda in particolare che potrebbe beneficiare delle concessioni come una squadra appena arrivata in MotoGP per poter sviluppare il progetto di una nuova moto. Il tutto, però, regolamentando bene ogni aspetto, così da non risultare un “liberi tutti” che non renderebbe onore allo sport stesso e meno che mai alla storia di chi, nonostante le opposizioni degli avversari, ha saputo lavorare negli anni a un progetto raffinandolo stagione per stagione, fino a renderlo il progetto perfetto. Ma pure il progetto in continua evoluzione.