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Scott Redding e la MotoGP. Forse adesso se ne può parlare

  • di Redazione MOW Redazione MOW

6 agosto 2020

Scott Redding e la MotoGP. Forse adesso se ne può parlare
Dopo solo due vittorie qualcuno aveva cominciato ad accostare il nome di Redding al team Ducati MotoGP. Lui non aveva negato un possibile interesse... Adesso? Con Bagnaia e Zarco in stand by per il team ufficiale la sua ombra si fa sempre più grande

di Redazione MOW Redazione MOW

Neanche il tempo di vincere la prima gara della carriera in Superbike, che qualcuno già lo immaginava in MotoGP. Fronte Ducati, naturalmente. L'exploit firmato Scott Redding ha acceso, infatti, ancor di più i riflettori sullo spumeggiante pilota inglese, il quale non si è tirato indietro quando gli è stato chiesto se abbia intenzione di proporsi alla Casa di Borgo Panigale per un futuro nella massima serie. La priorità resta il titolo SBK, avrebbe affermato, ma una volta raggiunto questo traguardo proverà a sondare il terreno, dalle parti di Bologna. Ma ha senso provare a immaginarlo su una delle selle più ambite al mondo?

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Di certo, l’anno passato nella Superbike inglese ha trasformato in uomo il ragazzo. Contrariamente a quanto fatto da molti altri piloti quando la loro carriera è stata messa in discussione, Redding ha abbassato la testa, si è tirato su le maniche e ha fatto l’unica cosa che un pilota può fare per dimostrare ai detrattori che stanno sbagliando: dare del gran gas e vincere. Un atteggiamento di umiltà e determinazione che chiaramente non è passato inosservato, con Ducati che ha deciso di puntare, e investire, sul giovane ed eclettico Scott. Rispolverandolo.

Il talento, d’altra parte, non è mai stato in discussione. L’arrivo sulla sella ufficiale della Ducati V4 è stato il degno coronamento di un percorso di rinascita voluto e fatto anche di autocritica. Perché Scott Redding aveva stupito più per le sue trovate giù dalla moto che per i risultati, anche se bisogna riconoscergli di aver avuto a che fare con una Aprilia che era tutt’altro che competitiva.

 

È così che dopo cinque stagioni in MotoGP aveva salutato baracca e burattini... in mutande, strappando sorrisi, ma di sicuro senza lasciare un vuoto, dal punto di vista sportivo. Un modo da rockstar che risultava sicuramente stravagante, ma che poi non faceva i conti con il cronometro e che, forse, non era particolarmente gradito tra chi è chiamato a investire sui piloti.

Redding l'ha capito e si è dato un gran da fare lavorando sodo (il suo profilo Instagram è una sorta di diario in cui si alternano testimonianze di allenamenti intensi e altrettanto intense mattane e il suo canale YouTube è poesia), facendosi nuovamente notare per il suo modo di guidare. Premiato, e giustamente, in tutto, fino ad essere, ora, il più credibile candidato alla vittoria del Mondiale Superbike, soprattutto dopo l'ultima vittoria.

Ma è a quello che deve pensare e non certo, in questo momento, a riaprirsi una strada in MotoGP, o la spavalderia potrebbe tornare a prendere il sopravvento. Perché le soddisfazioni vere sono arrivate quando i toni si sono fatti bassi e la concentrazione si è catalizzata sul presente. Solo così arriveranno ancora.

Insomma, Scott, stai attento, perché vincere le prime con la Ducati in Superbike è qualcosa che può dare alla testa. Per sapere che succede, poi, citofonare Bautista. Per il futuro, aspettiamo: con Bagnaia e Zarco in stand by per il team ufficiale, se le cose si mettono bene chissà che... Di certo, ai ducatisti ritrovarsi un Redding pazzo e stravagante male non farebbe. Soprattutto al cuore alla passione e al morale.

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