Scott Redding è ancora un pilota Ducati, ma parla già da ex e non risparmia il suo successore, che è anche il suo predecessore. Il britannico, infatti, non c’è andato leggero sul giudizio riguardo Alvaro Bautista che il prossimo anno tornerà in sella alla Ducati Panigale V4 del Team Aruba con il chiaro obiettivo di vincere il mondiale Superbike e riportarlo finalmente a Borgo Panigale. “Ha già avuto una occasione per riuscirci e non ci è riuscito – ha affermato Redding – adesso è anche più vecchio, più pesante e ha pure un bambino. Ha avuto due anni difficili alla Honda. Adesso vuole tornare indietro. Sono passati tre anni da quando è entrato in Ducati: sono eccitato e voglio proprio vedere come andrà a finire. Come pilota vuoi continuare a migliorare, ma non credo che l'età giochi a suo favore ”. E’ cinico Scott Redding e nel suo giudizio non risparmia neanche Ducati, anche se nel mirino non ci sono gli uomini del box, ma la capacità di migliorare la moto: “Personalmente non credo che sia stato sviluppato molto sulla moto – ha spiegato - La squadra era fantastica e avremmo potuto vincere delle gare. Abbiamo dimostrato di essere forti , ma lo sviluppo è stato uno dei punti deboli della squadra. Tutti i produttori sono avanzati rispetto agli anni precedenti”.
Una porta che si chiude, quindi, per il pilota britannico che sceglie anche di lanciare la sfida a Bautista e di togliersi qualche sassolino dalla scarpa con Ducati. Proprio come da anni, ormai, continua a fare con Aprilia, l’azienda che tempo fa gli aveva dato l’opportunità di correre in MotoGP. Nell’intervista rilasciata a motorsport, infatti, Redding è tornato a parlare di quegli anni, definendoli “un incubo”. Sia inteso: adesso è contento per la casa di Noale, che sembra aver trovato la capacità di mettere nel sacco risultati importanti e che s’è pure garantita un pilota di livello come Maverick Vinales, ma il passato è stato ben diverso ed ha giocato, per lui, in maniera sfavorevole. “Sono un pilota che vuole vincere, ma con Aprilia in MotoGP non è successo. Non mi sentivo rispettato, non è bello, ma non sono risentito – ha affermato il britannico – Adesso è diverso: hanno sviluppato e fatto progressi, non hanno rinunciato al progetto e ora sono saliti sul podio. Sono contento per loro. Con Aleix Espargarò hanno vissuto momenti belli e brutti e lui li ha condotti al loro primo podio, è un bene per lui perché ha lavorato sodo. Per Aprilia va bene, perché significa che non si arrendono e hanno la motivazione per continuare a lavorare sullo sviluppo. Sono felice per loro, anche se non ricordo piacevolmente il nostro tempo insieme: ho avuto un momento difficile con Aprilia. È stato terribile, ero lì nel momento sbagliato”.