Lo guardi, al successo dopo una gara così, e ti chiedi dove finiscano i suoi meriti e dove inizino le colpe degli altri. Lo guardi, Max Verstappen, e non puoi che applaudire il talento di un pilota preciso, sicuro anche dopo un errore in pista, il primo della sua stagione. E poi sposti gli occhi sulla sua squadra, solida e forte, che sembra un muro portante, sostegno fondamentale per i suoi successi e le sue delusioni.
Max Verstappen è il campione in carica di questa stagione di Formula 1, è il più giovane ad aver mai debuttato nella massima serie, un talento assoluto a un'età in cui tanti altri, accanto a lui, ancora si concedono il lusso della giovedì e la possibilità di sbagliare spesso, troppo. E proprio nella sicurezza di un ragazzo che, a sue spese, ha capito quali sono i limiti da dover rispettare dentro la pista, c'è il segreto del suo successo e il grande lavoro del tuo team. La Red Bull che spinge più forte degli altri, che anche nelle situazioni più complesse - come quelle viste a inizio stagione - non perde calma e lucidità.
La Red Bull che ancora una volta, in Ungheria come altrove, ha dato al suo pupillo tutto quello che serviva per poter gestire al meglio la sua scalata verso il successo: Sergio Perez figura ingombrante davanti a lui? Team Radio immediato per farlo spostare. Problema con le gomme? Soluzione immediata per ricostruire la gara. Testacoda e calo di adrenalina? Niente che non si possa risolvere, basta calma e dati rassicuranti.
È un lavoro di squadra, la Formula 1. E questo team sa farlo: ha imparato, in una lotta mondiale come quella del 2021 che ricorderemo per anni, e di questo insegnamento ha fatto tesoro. Si è circondata di figure brillanti, non per forza pezzi grossi e rinomati del mondo del motorsport, ma giovani pieni di talento e fame di vittorie. Una su tutti la stratega eccezionale Hannah Schmitz, responsabile di molti dei grandi successi della squadra austriaca. Non è quindi solo la maturità di Verstappen, la potenza della monoposto, il valore del muretto. È tutto, tutto insieme. Perché anche nel giorno in cui ogni cosa sarebbe potuta andare male per Max, con una partenza dal decimo posto e un errore (il primo della stagione) in gara, anche in questo giorno la squadra è riuscita a vincere, beffando gli altri che, come poli opposti in un mondo che è bianco o nero, hanno invece sbagliato ancora tutto.