Mourinho che gli chiedono della sua infanzia e risponde: no, di questo non parlo.
Mourinho che gli chiedono del rapporto con il padre e risponde: no, di questo non parlo.
Mourinho che gli chiedono delle sue figure di riferimento e risponde: dobbiamo parlare di me o di qualcun altro?
Comincia così l'intervista che gli fanno su Netflix per la serie Parola di allenatore.
Un'ora non solo da guardare ma da assorbire.
Mourinho che appende frasi nello spogliatoio tipo questa: "Se non dai tutto non dai niente". Bellissima.
Che gioca tutto sulla motivazione, che dice: "Non puoi insegnare a Ronaldo a staccare di testa, non puoi insegnare a Drogba i tempi di un inserimento. Un allenatore non serve a questo. Ma a tutti i tuoi giocatori puoi insegnare a far parte di una squadra".
Mourinho che sgrida i giocatori del Tottenham: "Potete essere le persone più buone di questa Terra, ma per 90 minuti dovete diventare a bunch of bastards". Un mucchio di bastardi (questo è su All or Nothing su Prime Video).
Mourinho che provoca e provocando dice delle verità assolute: "Non sono il migliore del mondo, ma penso che nessuno sia meglio di me". Tradotto: non reputarti il migliore ma non pensare nemmeno che lo siano gli altri. Te la puoi giocare con chiunque.
Mourinho che ha raccontato di "ascoltare la partita", perché c'è sempre un momento in cui puoi osare e devi capirlo dai segnali che ti manda il campo. Come se fosse un indiano che mette l'orecchio a terra.
Mourinho che ha capito già quando era al Porto che un allenatore non è mai solo un allenatore, ma è un capopopolo. O meglio: per lui è così. E allora via con il segno delle manette al cielo, con le dichiarazioni sul rumore dei nemici, con le attenzioni tutte rivolte verso di lui per schermare i giocatori.
Ha dichiarato: "Un sacco di allenatori arrivano da me chiedendomi la ricetta del successo.
Ma se vogliono una ricetta, dovrebbero andare da un dottore. Il calcio non è così". E José Mourinho da Setubal, che oggi compie 60 anni, il calcio lo conosce bene. E sa che il calcio, come ripete spesso Daniele Adani, è una roba complessa. Se nel mondo ci fossero più José Mourinho il mondo sarebbe un posto più giusto.