L’ultimo lavoro di Nico Cereghini, “Valentino Rossi. L’importante è divertirsi!” si presenta con una vignetta in copertina e una quarantina di illustrazioni al suo interno, abbastanza da temere l’ennesimo sbrodolante elogio del fuoriclasse messo insieme per pagare le rate del SUV. Anche perché come fai a raccontare uno così, grande da solo più dello sport e già ritratto in tutte le declinazioni possibili? La risposta dell’autore è semplice come una scrollata di spalle: mi diverte, conosco bene questa storia, la preparo a modo mio. Ecco perché questo libro ha un titolo rischioso come l'intero progetto, con “L’Importante è divertirsi!” scritto così, il punto esclamativo in fondo e caratteri da fumetto, che a prima occhiata può sembrare una frase vuota come le parole di una madre ad un figlio adolescente. Invece L’importante è divertirsi è un mantra, una stella polare tanto per chi fa il pilota quanto per chi si trova a scriverne, premessa fondamentale per fare le cose a modo. Nico Cereghini riesce a rendere le sue parole leggere ma non banali, di quella leggerezza alla Amici Miei che ti lascia un grande, enorme insegnamento: non prendere mai le cose troppo sul serio, specialmente quando lo sono. Nelle corse sull'asfalto sono appoggiati milioni di euro, un pubblico affamato, una competizione feroce e la vita di chi corre sopra. Così, quando dopo cinquant’anni di carriera decidi di pubblicare un libro con le vignette in mezzo, puoi farlo bene solo se hai una bella storia da raccontare. Quella di Nico lo è.
Questo libro racconta di piloti scintillanti e velocissimi, ma anche della loro passione per il denaro - di cui oggi sembra ci si voglia scordare - che in parte certificava il loro valore in pista. Quando apre raccontando di aver superato Agostini a Misano, il quale poi lo vide cadere e lo salutò con la mano, Nico fa una premessa: se devi parlare di motociclismo non puoi che partire da lui, 15 volte iridato nel motomondiale, battuto da Rossi solamente in termini di vittorie nella top class. Ecco, se vuoi raccontare le moto, o almeno conoscerle, non puoi che partire da Nico Cereghini, uno che le corse, dopo averle fatte, le ha portate ogni benedetta domenica nelle case degli italiani. Il Cereghini di oggi prova le moto su YouTube, racconta episodi di vita, è un’enciclopedia delle corse e non si sbilancia mai troppo: il Cereghini di una volta invece no, andava a sfruculiare nell’ego dei piloti, li punzecchiava, diretto e svelto come il sinistro di Muhammad Alì. A noi che facciamo questo mestiere insegna a dire le cose come stanno ogni volta che si può. Farlo con rispetto possibilmente, ma senza mettere la polvere sotto il tappeto. E qualche esempio di tutto questo nel libro c’è, perché di Valentino Rossi viene raccontata la superiorità schiacciante in pista dei tempi d’oro, i periodi di magra e ogni controversia, inclusa la brutta storia con le tasse nel 2007. Nico Cereghini si lascia andare al racconto senza tralasciare nulla, soprattutto senza mai scadere in una sorta di revisionismo sportivo: molte delle vignette che accompagnano i racconti nel mondo di oggi non potrebbero esistere, vittime incolpevoli di un politicamente corretto che col motociclismo non ha mai trovato un buon allato. Tra le pagine c’è Valentino che arriva sul podio con un’erezione, Reggiani scaricato nel water dall’Aprilia che ormai pensava soltanto a Max Biaggi e il Corsaro, a sua volta, dipinto qualche pagina più avanti a piagnucolare assieme a Gibernau mentre il Doc si prende di forza il mondo delle corse. Ogni vignetta introduce un capitolo scritto con attenzione eppure mai troppo pesante.
Questo libro è la sintesi perfetta di quello che dovrebbe essere il racconto del motomondiale: preciso, raccontato da chi l’ha vissuto e soprattutto leggero. Le pagine scorrono in fretta come i giri di un Gran Premio, e come quei giri puoi guardarli scorrere senza accigliarti troppo o restare a ragionarci sopra, tra date e punti di vista, numeri e spunti. Pian piano emerge il fatto le corse sono soprattutto una festa, un divertimento.
Oggi Nico Cereghini lo puoi vedere dalla sua scrivania con un gran numero di rughe e qualche acciacco, i capelli brizzolati e la barba più corta rispetto a un tempo, eppure è ancora lì, un monumento al giornalismo sportivo. Quando parla lui, quando scrive lui, va ascoltato. Punto. Nico non lo dice mai apertamente, ma è stato un padre sia per chi c’è oggi che per chi c’è stato ieri: ognuno gli dice grazie ogni volta che ne ha l'occasione, da Guido Meda - voluto proprio da Cereghini - al team di Italia 1 con Paolo Beltramo, Alberto Porta e tutti gli altri.
Oggi che chi parla di motomondiale ha vent’anni e le gare di Valentino sull’Aprilia non le ha mai viste, questo libro è anche una guida di quelle affettuose, lontana dai percorsi turistici e piena di spunti significativi: c’è tanto vissuto, qui dentro, che lo puoi quasi sentire. Nico è preciso con le date, i nomi e i personaggi, addirittura i giri di pista. È, insomma, didascalico come lo è il giornalismo di una volta, quello che metteva i fatti e le cifre davanti a tutto. Poi l'autore ci mescola assieme il resto: racconti, retroscena, prospettive. E la prospettiva qui è importante, perché raccontare Valentino Rossi potrebbero farlo tutti, ma farlo così nessuno. Il libro, accompagnato da una prefazione di Carlo Pernat, si conclude con una nota dell'autore: "In quella mia ultima gara della 500 (nel 1978, ndr.) ero lì a Imola in prima fila, di fianco al mio amico Graziano, e prima dello start si scherzava: "Se correrà in moto andrà sicuramente più forte di te". Stefania, come sempre al muretto dei box, era incinta di quattro mesi. Posso dire di aver conosciuto Valentino prima ancora che nascesse. L'importante è divertirsi. Quando non ci si diverte più allora ci si ferma. Semplice". Semplice sì, ma irripetibile.