Terra dei motori per gli internazionali Motor Valley. La Romagna è lo scrigno d'oro che racchiude leggende, campioni e giovani promesse delle due ruote. Tra le piccole stelle una in particolare è Mattia Lacasella: riminise DOC, classe 2007, determinato, testardo e campione esordiente italiano 2022 nel CNV in sella ad una MiniGp 190cc. Dove finisce un'avventura ne inizia una nuova e mentre ci si chiede quali altre novità riservi questo 2023, ritagliando del tempo tra un allenamento in palestra e un'uscita in bici, abbiamo deciso di contattarlo per rompergli un po‘ le scatole...
Facciamo un piccolo recap di questa stagione ti va?
Si certo, inizialmente non sapevo quale fosse il livello che avrei trovato e nemmeno cosa aspettarmi, poi grazie ai test ho iniziato pian piano a prendere confidenza con la moto. Alla prima gara quasi inaspettatamente sono riuscito a fare podio ed è stato lì che abbiamo iniziato a crederci un pò di più. Sapevamo però che sarebbe stato difficile soprattutto nelle piste che non conoscevo. Durante la stagione non abbiamo mai avuto grossi problemi, abbiamo continuato a lavorare senza sosta e all'ultima gara a Pomposa, una delle piste che conosco bene, mi son detto ‚va a finire che vinciamo il titolo‘. E così è stato.
In questa esperienza hai messo insieme il divertimento e il duro lavoro con vicino persone che chiami "casa". L’ambiente conta tanto, vero?È andata proprio così ed è stato ancora più bello perchè non ero con un team qualsiasi, ma con la mia famiglia: il mio meccanico è il babbo del mio grafico e in primis è lui che devo ringraziare perchè senza non avrei mai corso, sarebbe stato un pò impensabile visto che mio babbo non è capace a mettere a posto una moto (ride), senza tener conto dei costi per fare una stagione con una mini gp. Senza pensarci troppo ci siamo buttati tutti insieme, eravamo belli sgangherati, insomma!(sorride)
Come la vivono i tuoi genitori questa passione?
I miei mi sostengono sempre anche se non sono molto amanti di questo ambiente perchè è risaputo che se si vuol intraprendere questa strada, questo lavoro, bisogna fare grandi sacrifici. Quel che mi hanno sempre detto è "dove possiamo arrivare arriviamo". Fino al giorno in cui scenderò dalla moto per fermarmi. Ovviamente è ancora troppo presto per quel momento, ho appena iniziato!
Ora inizia un nuovo anno. E un nuovo esordio, questa volta però su "ruote grandi". Quali sono le tue aspettative?
Si quest'anno mi aspetta l'esordio nella Yamaha R3 cup. Aspettative? Innanzitutto vorrei essere nella top 10, siamo quasi in cinquanta e sarebbe stimolante rientrarci; sarà durissima non lo nego perchè qui ci corre chi ha un'esperienza da mondiale e si noterà la differenza con me alle prime armi. Ma non è tutto, perchè anche il mio team esordirà per la prima volta in questa categoria con una moto che speriamo possa essere competitiva. Andiamo lì un pò bendati, ecco! Sarà tutto vedere e da provare.
C'è un detto che recita "Mai dire mai nella vita". Niente è semplice e nulla ti viene regalato, il talento però non manca e se aggiungiamo un pizzico di fortuna del principiante magari avrai buone possibilità di fare una bella stagione.Si, in questa categoria non è impossibile, ma è difficililissimo. Durante il campionato, chi si classifica tra i primi 3 ha la possibilità di passare direttamente alla mega finale che si disputerà nel circuito di Portimao, durante il weekend della Superbike. Ecco, quello per me rappresenterebbe l'apice dei miei obiettivi: essere lì tra i migliori, in mezzo a quelli di un Mondiale. Ora come ora è impensabile, ma vediamo come andrà dopo la prima gara...
Ho notato che il numero con cui gareggi è il 33. Rappresenta il coraggio del cambiamento e ascoltando la tua storia ti si addice molto. L’hai scelto per queesto? Come mai lo hai scelto?
Hai presente quando si dice che era destino? Ecco, è successo proprio così: mio babbo decise di regalarmi una minimoto usata, piena di adesivi e tra questi c'era già questo numero; non volevo cambiarlo, mi trasmetteva una bella sensazione, sentivo come se una parte di me fosse collegata a quel numero. E avevo ragione perchè provai quasi per gioco a sommare le cifre della mia data di nascita e per assurdo uscì come risultato il numero 33. Mio babbo è personal trainer e sai chi, dopo 6 mesi da quel regalo, è venuto ad allenarsi nella sua palestra? Enea Bastianini. Credo abbastanza in queste coincidenze e lì ho avuto la conferma che fosse destino e che dovessi tenere quel numero.
Quando vinci una gara c'è una persona in particolare a cui la dedichi?
Beh oltre la mia famiglia, che non ringrazierò mai abbastanza per i traguardi raggiunti, chi mi ha spinto mentalmente soprattutto nell'ultimo periodo è stato mio nonno Mario. (Quando si parla dei nonni il cuore si stringe, lo stomaco si attorciglia, gli occhi si riempiono di bei ricordi che mai perderanno colore e mai sbiadiranno nel tempo. "Un nonno è qualcuno con l’argento nei capelli e l’oro nel cuore", anche quando volano via lontani lasciano sempre un pezzetto di loro e Mattia ce lo racconta). Insieme abbiamo trascorso tanti bei momenti, soprattutto le cazzate che facevo sempre con lui. È stata una persona a cui ero molto legato e ho deciso di portarlo con me anche mentre corro: sia sul camelbak della tuta sia sulla piastra di sterzo: ho un cuore con la sua iniziale. Quindi principalmente è per lui che corro ad ogni gara e mi piace pensare che da lassù continui a spingermi senza mai lasciarmi. Il titolo lo dedico a lui. Se ci sarà un’altra vittoria, però, vorrei dedicarla a Enea Bastianini, perchè mi ha dimostrato amicizia e è sempre stato fantastico con me, nonostante io sono solo un ragazzino che sogna e lui è uno che invece ce l’ha fatta. Pensa, quando abbiamo festeggiato il titolo è anche venuto e sono stato felicissimo.