Come fai a non voler bene a Valentino Rossi? Questo, più o meno, è stato il commento nella chat di redazione alla comparsa del video pubblicato su YouTube da @valentinorossiracing, canale per altro pieno di chicche per gli appassionati del Doc. È pure su Instagram, comunque. Altri commenti: “È l’uomo più ospitale del mondo, continua a dirgli che è un onore”. Di certo è un regalo enorme per gli appassionati dopo il reel pubblicato ieri sera da Casey Stoner alla sua prima volta al Ranch di Tavullia. Casey, nella domenica di Eicma, è andato a trovare Rossi e soci con la sua nuova Beta 350 2T da flat track e ci ha passato un giorno assieme, a fare quella roba lì che per entrambi è stata e sarà sempre una ragione di vita.
In sei minuti di video raccolti un po’ da tutti i presenti alla serata li si vede guidare insieme, Rossi e Stoner. Vedi che Valentino ride come un bimbo, mentre gli brillano gli occhi perché sa che l’altro può capire la sua idea di paradiso e, quando ne possiedi uno, non c’è niente di meglio che portarci la gente: “Quando vuoi sono molto contento se vieni. Quando vieni qui in italia qui hai una moto”, gli dice ad un certo momento. Quell’altro va forte da fare paura, tutt’altra cosa rispetto ai tanti campioni che sono passati da lì, d’altronde sullo sterrato Casey Stoner ci ha vinto 41 campionati e per correre anche soltanto all’Eicma si è allenato per qualcosa come un paio di giorni. “Casey, vuoi fare qualche giro sull’ovale girando solo a sinistra come nel vero flat track?”, gli chiede poi Valentino, sempre divertito. Continuano a girare con quello stile lì, pulito e gustoso, grandi spazzolate, goduria senza mezze misure.
Poi, per tutto il giorno, sono uscite le foto: chi c’era, a partire dagli altri piloti dell’Academy, ha voluto fare una foto in mezzo a loro due. Sono passati più di quindici anni da quando Casey Stoner debuttò in Ducati vincendo un mondiale contro tutte le aspettative e, di fatto, mettendo per la prima volta Valentino Rossi a misurarsi con qualcuno che a velocità pura aveva qualcosa in più. Anni di battaglie feroci, di silenzi durissimi e di quel sorpasso lì, nel 2008 a Laguna Seca, simbolo del ritorno ai titoli mondiali di Rossi, come fu un simbolo Jerez 2011, quello dell’ambizione che aveva superato il talento di un Valentino in crisi nera con la Ducati.
Nel mezzo, e poi fino a oggi, centinaia di corse, di momenti. Resta la voglia di andare in moto e la certezza che, anche in un mondo così, il vero riconosce il vero.