Il meteo dice che sabato, per la Sprint a Barcellona, potrebbe piovere. Magari alla fine non pioverà davvero, però tanto basta a pensare al freddo in circuito, a quante cose siano cambiate rispetto al GP corso a maggio lì al Montmelò e alla pioggia di novembre, anzi a November Rain. La MotoGP arriva a Barcellona per dare il suo addio alla stagione raccontandoci la fine di una storia d’amore, che sarà quella tra Jorge Martín e la sua Ducati, in ogni caso. Lo sarà pure tra Marc Marquez ce la Gresini Racing, che si sono amati entrambi lontani dalla propria normalità e ora si lasciano, costretti a tornare ai rispettivi mondi. Potrà essere l’addio di Francesco Bagnaia al numero uno sulla sua moto, quel numero con cui Pecco ha spezzato una tradizione e aperto un nuovo ciclo.
November Rain è una poesia sul lasciarsi andare che a Barcellona varrà per tutti, anche per noi che stiamo a vedere e forse abbiamo vissuto la prima, grande stagione delle corse da quando si è ritirato Valentino Rossi nel 2021. Una stagione massiccia, colma di significati: Bagnaia che diventa un personaggio pubblico, Marquez che torna a vincere, un team satellite che può fare il miracolo, Pedro Acosta vicino a ridefinire gli standard, Fabio Quartararo di nuovo veloce. Mentre scriviamo dalla VR46 arriva un comunicato battezzato The Last Dance per Marco Bezzecchi, anche lui lontano dalla squadra con cui convive da cinque anni, prima in Moto2 e ora in MotoGP.
L’addio è anche collettivo, perché saluteremo la MotoGP per come è sempre stata: dopo la corsa inizierà a cambiare i suoi colori, le sue abitudini, il suo proprietario e persino il logo con cui è conosciuta nel mondo. È l’ultimo giorno di scuola e, nonostante tutto, ci mancherà da morire.
Poi certo, pioggia o meno tra quattro giorni si corre a Barcellona, a novembre. Meno di venti gradi nell’aria che, per il Montmelò, significano l’asfalto più scivoloso del calendario, con le curve 2 e 5 su tutte le altre pronte a mettere un violento punto fermo sui sogni di uno dei due protagonisti. I punti di distacco a favore dello spagnolo sono 24, vuol dire che Jorge Martín potrebbe vincere il titolo già sabato, sarebbe la prima volta nella storia. Se non lo facesse nella Sprint, con tutte le probabilità, dovrebbe cadere la domenica per permettere a Pecco Bangaia di prodursi nel rientro più clamoroso della storia e mettere la quarta stellina su tuta e casco. Può succedere, sono le corse.
Da giovedì ci saranno loro due e fuori il mondo, dalla Ducati agli altri piloti, i fan, le famiglie, la stampa. Jorge vorrà rischiare anche a Barcellona, perché è l’unico modo in cui sa di poter correre: se ti risparmi, anche di poco, da quello stato di completo assorbimento che ti permette di fare le cose per bene potresti uscirne con le ossa rotte. Pecco non sarà da meno, dovrà vincere tutto e farà l’impossibile per riuscirci, così anche lui scommetterà forte aumentando le possibilità di sbagliare. Magari la pioggia non cadrà a Barcellona, ma più di qualcuno piangerà pensando a quello che è stato e uno, uno solo, piangerà di gioia. Poi da martedì sarà un nuovo mondo, si ripartirà da zero. Fino a contare i cento giorni, non uno di più, che dopo i test del martedì ci divideranno dal primo GP del 2025. È il bello delle corse: niente dura per sempre, nemmeno la pioggia a novembre.