Lo stand di Aprilia a Eicma 2024 è costantemente preso d’assalto dai visitatori. Ci sono i nuovi modelli, tanti, a partire dalla nuova RS 660 e continuando con la Tuareg Rally, ma non solo: Tuono V4, RSV4, Ex3ma, Tuono 457. E poi, soprattutto, ci sono i piloti: quelli del fuoristrada come Jacopo Cerutti, che ha appena vinto il Campionato Italiano Motorally, quelli della MotoGP e pure uomini fondamentali per il marchio veneto come Massimo Rivola e Max Biaggi. Una festa, sì, ma anche una dimostrazione di forza: siamo l'Aprilia, nelle corse abbiamo una potenza di fuoco massiccia. La gente l'ha sentito e l'abbiamo sentito anche noi mentre ci siamo fermati a scambiare due parole su questo e sul finale della MotoGP con Aleix Espargarò, a una settimana dal suo addio al motomondiale.
Aleix! È la tua ultima volta ad Eicma con Aprilia, la prima è stat nel 2017: come è cambiato questo salone in tutti questi anni?
“A livello personale poco, perché da quando sono arrivato in Aprilia mi sono sentito molto bene. Sinceramente è stato così dal primo giorno, anche quando eravamo ultimi, ho sempre sentito un gran rispetto e un grande amore da parte loro e viceversa, questo non è cambiato. Però è vero che a livello di fans, a livello di explosion, non so come si dice in italiano, siamo cresciuti tantissimo: vedi tante magliette di Aprilia, lo stand è molto più grande, ci sono molte moto racing e questo è un qualcosa di molto bello”.
Tu però sei cambiato per la gente. Per molti sei un guerriero, un uomo che vince le gare contro dei ragazzini. E poi, in questi due anni di dominio Ducati, sei stato quello che ha vinto di più senza una Desmosedici.
“Sì, e sono veramente felice di questo. Io e Aprilia siamo cresciti insieme, abbiamo fatto la storia e questo è bellissimo. Sono veramente orgoglioso del percorso, soprattutto questi ultimi tre, quattro anni, perché sono stati spettacolari”.
Senti, invece Max e Mia cosa pensano del fatto che correrai una seconda volta in casa?
“Ah, in realtà loro non capiscono molto bene la differenza tra Valencia o Barcellona, ma soprattutto Max, che segue molto di più le moto, è felice: Dice che l'ultima volta lì ho vinto e sa che abbiamo la possibilità di lottare per stare davanti. Mi ha chiesto anche se farò il casco speciale perché sa che ogni volta che corro a casa lo faccio. Diciamo che un po’ lui capisce e mi fa piacere”.
È l’ultimo giro, siete tu e Martín a Barcellona. Tu puoi vincere l’ultima gara della tua carriera, lui il mondiale. Cosa fai?
“No, dico lui al 100%, non ho il minimo dubbio. Il mondiale è molto più importante, poi è ovvio che voglio vincere e che proverò a vincere la mia ultima gara, ma lui è il mio miglior amico e un Mondiale è un qualcosa di molto grande”.
Per te è come un figlio, no?
“Sì, ma è una relazione strana perché è vero che da un lato è come un figlio, ma allo stesso tempo è il mio miglior amico, passiamo tutti i giorni insieme. Non c'è un giorno ad Andorra che non ci vediamo, non ricordo l'ultimo giorno in cui non siamo stati assieme. Per questo mi fa molto piacere vedere dove è arrivato. Non è stato un anno facile per lui, anche se sta vincendo tante gare ha avuto tutta la problematica della Ducati, poi ha firmato in Aprilia ed è molto contento, ma adesso ha addosso tanta pressione: è cambiata la pista, si gioca il mondiale per prima volta, con una squadra satellite. Non è così facile come sembra da fuori e sono molto orgoglioso da come lo sta facendo”.
È vero, è molto bravo. Secondo te questo mondiale può solo perderlo considerando la situazione?
“Mah, non è giusto neanche dire così perché Pecco ha vinto 10 gare. Se perdi contro uno che vince 10 gare non hai veramente sbagliato, è che l'altro ha fatto un anno impressionante. Ho visto l'altro giorno… Pecco potrebbe vincere l’undicesima gara a Barcellona, un numero che è riuscito solo a tre piloti nella storia, e Jorge essere comunque campione del mondo. L’idea di battere in campionato uno che ha vinto 11 gare è un qualcosa speciale”.
Martedì invece darai a Jorge la tua moto. Cosa pensi gli piacerà di più della tua Aprilia?
“Mi fa molto piacere. Sai, per me è un orgoglio enorme e ho un po' di paura perché io gli ho parlato molto bene dalla mia moto, ma ovviamente lui scenderà da una Ducati campione del mondo e sarà tutto diverso, tutto nuovo. Spero che si adatti bene. Il mio sogno è staccare il quattro, che la possa guidare solo con l’uno, che sia campione del mondo perché anche l'ambiente a Noale sarà molto migliore. Sono convinto che sarà molto felice in Aprilia”.
In termini tecnici cosa pensi che apprezzerà di più della RS-GP rispetto alla sua Ducati?
“L’agilità, l'entrata in curva. Penso che Ducati abbia tante cose positive, ma nell'entrata in curva con il freno in mano l'Aprilia è impressionante. Nelle curve veloci, nei tracciati veloci, l’Aprilia… ha un telaio che per me continua ad essere uno dei migliori. E per un pilota questo è veramente bello”.
Pensi che l’Aprilia lotterà per il mondiale l'anno prossimo?
“Io penso di sì. Lo pensavo anche all'inizio di questa stagione, all'inizio dell'anno scorso. Pensavo di poterlo fare io e anche se non lo abbiamo fatto, se me lo avessi chiesto l'anno scorso a Eicma, ti avrei detto che l’obiettivo sarebbe stato lottare per il campionato. Immagina se viene il pilota campionato al mondo… lui può farlo”.
Sempre tra una decina di giorni diventerai collega di tuo fratello, anche tu farai il tester, nello specifico per Honda HRC. Hai mai pensato anche seguirlo anche in televisione? Lui è molto bravo a raccontare le corse, magari lo saresti anche tu. Che ne pensi?
“Guarda, ho avuto anche delle proposte, ma non ci penso per niente. Ho tante cose da fare a casa, voglio passare anche tempo con la famiglia… l'anno prossimo voglio staccare un po’ la spina e godermi la vita. Poi con la Honda avrò un bel lavoro da fare, mentre tra 2026 e 2027… vediamo, ma non credo”.