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Atp Finals, Sinner sul caso doping: “Non potevo chiedere aiuto”. E coach Vagnozzi sulla possibile squalifica per Clostebol: “Jannik non ha fatto niente di sbagliato, ma...”. E su Alcaraz...

  • di Otto De Ambrogi Otto De Ambrogi

10 novembre 2024

Atp Finals, Sinner sul caso doping: “Non potevo chiedere aiuto”. E coach Vagnozzi sulla possibile squalifica per Clostebol: “Jannik non ha fatto niente di sbagliato, ma...”. E su Alcaraz...
Jannik Sinner parla del caso doping: “Non potevo chiedere aiuto”, rivela, descrivendo l'ansia e la solitudine vissute durante l'indagine. Il suo coach Simone Vagnozzi difende l’innocenza del campione, ma ammette i rischi di squalifica: “Jannik non ha fatto nulla di sbagliato, ma…”. Mentre iniziano le Atp Finals di Torino e con una rivalità con Alcaraz destinata a segnare il prossimo futuro, riuscirà Sinner a chiudere l’anno in bellezza?

di Otto De Ambrogi Otto De Ambrogi

Jannik Sinner, il numero uno mondiale del tennis, ha parlato sul caso di positività al Clostebol, rivelando l’angoscia che lo ha accompagnato in questi mesi. La notizia è arrivata a dir poco inattesa, come raccontato dall’altoatesino a Esquire Uk: una telefonata dal manager Alex Vittur, mentre Sinner si trovava nel suo appartamento a Montecarlo. “Jannik, sei positivo”. La risposta del tennista, inizialmente ironica, è stata seguita da un brusco risveglio. “No, sei positivo al doping”.

Il giovane campione ha spiegato quanto sia stato difficile affrontare la situazione: “Non potevo parlarne con nessuno, non potevo sfogarmi né chiedere aiuto. A Wimbledon, in campo, ero bianco e avevo paura. Anche dopo, provavo una profonda insicurezza nei confronti della gente. Andai ad allenarmi a Cincinnati e pensavo: ‘Cosa pensano veramente di me?’ Ho capito chi sono i miei veri amici”.

Lavorando su sé stesso con il supporto dello psicologo Riccardo Ceccarelli, Sinner ha imparato a gestire meglio la pressione e a superare i suoi limiti emotivi. “Accettando me stesso, sono maturato”, ha detto. Il lavoro psicologico gli ha permesso di ritrovare equilibrio, un aspetto cruciale per rimanere competitivo in un anno così impegnativo.

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Jannik Sinner e il suo coach Simone Vagnozzi
Jannik Sinner e il suo coach Simone Vagnozzi

Da parte sua il coach di Sinner, Simone Vagnozzi, intervistato da La Stampa, ha sottolineato la fiducia nella correttezza di Sinner, ma ammettendo la complessità della questione: “Nello spogliatoio tutti sanno che Jannik non ha fatto nulla di sbagliato. Ma se fossi un giocatore meno sereno di Jannik, sarei preoccupato sapendo che, nonostante tutti gli sforzi per evitare contaminazioni, rischio comunque la squalifica”. Vagnozzi inoltre critica i facili confronti con casi come quello di Simona Halep, sottolineando la necessità di valutare ogni situazione con attenzione.

Intanto, Sinner si è preparato alle Atp Finals di Torino, e in particolare per l’esordio contro Alex De Minaur. Dopo un’annata eccezionale ma anche piena di ostacoli, il torneo rappresenta un'opportunità cruciale per chiudere in bellezza, con il sostegno dei supporter italiani: "Sono molto importanti e in Italia lo diventano ancora di più", ha spiegato Vagnozzi, riconoscendo l’atmosfera speciale che si respira a Torino e il valore del torneo per Sinner.

Con uno sguardo al futuro, Vagnozzi ha parlato anche della rivalità con Carlos Alcaraz, definendo l’equilibrio la chiave per proseguire il percorso di crescita: “Jannik non sarà mai Alcaraz, il suo tennis è diverso, ma può variare di più il servizio e migliorare lo slice di rovescio. Sono sicuro che lui e Carlos resteranno al vertice per molti anni”.

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