È sabato, siamo nel Q1 del Gran Premio della Malesia, in cui Marco Bezzecchi, Brad Binder, Pedro Acosta e un frizzante Johann Zarco con la Honda - tra gli altri - si contendono i primi due posti del turno, valevoli per accedere al Q2, dove ci si gioca la pole position insieme ai dieci migliori piloti del venerdì. Nel primo tentativo, con la prima gomma morbida sparata via come se fosse una cartuccia usa e getta, nessuno ha fatto meglio di Bezzecchi e Binder, gli unici a scendere sotto al muro dell'1'58". I pronostici, in ogni caso, pendono tutti sul groppone del rookie maravilla, che nelle Prequalifiche aveva mancato per un soffio la top ten e sembra essere quello con il margine di miglioramento più ampio. Chi invece non crede di poter abbassare il proprio tempo dopo un eccellente primo stint griffato da un 1'58"231 è Zarco: reduce da un mese di gare asiatiche in cui ha portato la Honda di Lucio Cecchinello dove sembrava impossibile potesse stare, il francese avrebbe bisogno di uno stratagemma per trovare il giro matto e concludere in bellezza il tour intercontinentale, centrando la terza Q2 (Indonesia, Thailandia e - appunto - Malesia) negli ultimi cinque weekend di gara.
Johann è consapevole che difficilmente potrà bastargli un giro perfetto in solitaria, con la seconda gomma soft, per passare in Q2. Avrebbe bisogno di un aiutino, di un qualcosa che spinga la sua Honda numero 5 oltre i noti limiti tecnici. Gli servirebbe una scia, in effetti, e la sagoma di Pedro Acosta di fronte a sé, seduto sulla KTM in attesa che i meccanici GasGas finiscano di sostituire lo pneumatico posteriore, si configura come una golosa opportunità. Neanche il tempo per pensarci, neanche il tempo di copiare il movimento di Acosta che innesta la prima e imbocca la via della pista, che Johann perde di vista Pedro. Ma come, il limite di velocità nella corsia della pitlane non è 60 chilometri orari per tutti? “Dopo la prima gomma, non sapevo come andare più veloce e volevo seguire qualcuno - racconterà poi il francese - ma non sono riuscito a prendere Pedro perché è andato molto veloce nella corsia dei box. Credo che abbia disattivato limitatore del box! L'ha fatto due volte. L'ha fatto in Australia e qui (a Sepang, ndr). Sa che la penalità è di 1500 euro. Quindi sa che quando vorrà scrollarsi di dosso qualcuno, saranno 1500 euro di multa! Questo è lo stile della MotoGP da quando ci sono più soldi!", dirà infine ridendo.
Un quadretto tutto sommato divertente, sia per i toni sinceri ed ironici con cui Zarco ha sconfessato - oltre alla propria strategia - quella illegale e recidiva di Acosta, sia per l'abilità con cui il rookie di Mazarron già si destreggia (ricordando alcune scaltrezze al limite di Marc Marquez) nelle zone più fosche del regolamento, che oltre alle multe prevede una penalità (non meglio precisata) per il superamento dei limiti di velocità in pitlane solo alla terza infrazione nello stesso weekend di gara. Alla fine, nonostante Pedro abbia consapevolmente scelto di giocarsi il jolly da 1'500 euro, è stato proprio Zarco a soffiargli l'accesso in Q2, facendo segnare sulla bandiera a scacchi del turno un 1'57"635 (contro l'1'57"839 dello spagnolo) che profuma di chi la fa l'aspetti.