Ha cominciato Aldo Grasso, storica penna del Corriere della Sera, poi è stato il turno di Francesco Costa e infine è arrivata anche Selvaggia Lucarelli.
La "rinascita" della Formula 1, lo sport più in crescita - a livello d'interesse mediatico e di nuovo pubblico - degli ultimi anni, passa anche attraverso le pagine dei quotidiani e i commenti di giornalisti rinomati che solitamente non troviamo tra le firme sportive a cui siamo abituati. Dopo le critiche di Aldo Grasso ai commentatori di Sky Sport Italia, l'interesse per la Formula 1 coinvolge anche Selvaggia Lucarelli che, da sempre segugio di polemiche online e polveroni social, ha raccolto le tantissime critiche arrivate dopo il fine settimana del Gran Premio di Monza.
Nell'edizione di martedì 14 settembre di Domani, quotidiano dove siamo soliti trovarla nelle pagine di spettacolo e costume, la Lucarelli ha raccolto le polemiche di chi, nonostante i prezzi folli dei biglietti e i numeri di vendita da record, ha vissuto in modo molto problematico la domenica nel tempio della velocità italiano.
Testimonianze dirette e indirette di "chi al Gran Premio c’è stato senza avere una sedia riservata accanto al presidente Mattarella" scrive la Lucarelli, lanciando una frecciatina (neanche troppo velata) ai tantissimi vips presenti all'autodromo, da Chiara Ferragni e Fedez a Stallone, che hanno distolto l'attenzione dagli appassionati presenti in tribuna.
I problemi partono dal principio, scrive la giornalista, e dai costi folli di Monza e dintorni per una notte in hotel: "Parliamo, a Milano, di hotel a tre stelle venduti anche a 600 euro a notte in camere standard e micro-appartamenti in periferia affittati come case di lusso". A testimoniare il problema prezzi il racconto di Isabella, una ragazza presente a Milano nel weekend d'inizio settembre: "Io faccio la sarta di scena e sto seguendo una tournée, con la mia diaria mi sono potuta permettere, per la prima volta da quando lavoro a Milano, una camera doppia in condivisione in un b&b in Corvetto".
I disagi però sono continuati dentro l'autodromo dove le cose, al posto di migliorare, sono peggiorate: "All’interno era proibito portare bottiglie e borracce, quindi si poteva acquistare da bere solo nei punti vendita dentro l’area, che erano insufficienti - scrive la Lucarelli - Il risultato è che col caldo la gente ha dovuto fare file anche di ore, con bambini stremati e persone che si sentivano male o si lamentavano per la disorganizzazione".
Code infinite anche per i bagni che, tra le altre cose, erano troppo pochi per il numero di fans attesi nel weekend di gara: "Davanti ai bagni si sono create file di un’ora e, a sentire chi è riuscito ad entrarci, le condizioni igieniche erano a dir poco disastrose".
Un dramma anche la gestione dei disabili che dovevano essere accolti in tribune dedicate a avere un servizio apposito per muoversi all'interno del grandissimo autodromo ma che, anche in questo caso, sono stati delusi: "Rispetto zero per i disabili che dovevano fare chilometri a piedi nella calca per poi arrivare alla “tribuna” dedicata, che altro non è che una gradonata della zona prato chiusa per l'occasione, senza servizi dedicati ed in pieno sole per tutto il giorno. Visto che ti requisiscono tappi e borracce all’ingresso e ci vogliono ORE per arrivare all’acqua pagata a peso d’oro degli stand, è un miracolo che nessuno si sia sentito male".
Le centinaia di testimonianze hanno riempito i social, dove i fans stranieri - abituati a varcare i cancelli degli autodromi di tutto il mondo - hanno filmato la pessima organizzazione del weekend di gara, e dove in migliaia hanno denunciato le terribili condizioni di gestione delle persone presenti. Un disastro che fa riflettere sul futuro di Monza nel calendario della Formula 1 dopo gli avvertimenti del CEO del circus Stefano Domenicali che ha chiaramente lanciato l'allarme: "Non basta la storia per restare tra le tappe della stagione".
Non basta la storia, e ha ragione. Non basta neanche il pubblico record e la gioia incontenibile degli appassionati ferraristi sotto il podio. Bisogna lavorare di più, seguire l'esempio di chi - all'estero - riesce senza problemi a far coincidere grande pubblico e organizzazione, e cercare di far ricredere tutti quelli che, quest'anno, hanno speso centinaia di euro per vivere un incubo più che un sogno.