Vittorie per Milan, Inter, Juventus e Napoli, che con l’arrivo di dicembre han finalmente deciso di fare sul serio. Era ora.
Era dalla prima giornata di campionato che le quattro contendenti al titolo non vincevano nella stessa giornata. In una stagione dove non ci sono favorite e dove i punti si perdono facilmente per strada, il Milan continua a godere della vetta della classifica. Umile, efficace e costante, Pioli ha saputo riportare una certa continuità a Milano che mancava dai primi anni di Allegri. La partita di ieri e quella prima con la Fiorentina hanno dimostrato che anche senza Ibra, la squadra segna e non si scompone. È stata infatti: la trentesima partita consecutiva in Serie A dove il Milan è andato in gol. Trentesima. Prima volta nella sua storia, e chi l’avrebbe mai detto che sarebbe successo con Calabria titolare e con Kessiè e Castillejo autori dei gol. Questo gruppo non smette di stupire e si prepara ad abbattere nuovi ed ancor più eccitanti record. Il Milan sogna, ma dietro l’angolo si nasconde un incubo molto bastardo chiamato inverno, il quale ogni anno spezza le gambe a chi è in testa alla classifica, per poi lasciare una corsia libera ad altre pretendenti come la Juventus.
Una Juventus che tutti gli anni aspetta silenziosamente questo momento della stagione per superare le avversarie, proprio mentre quest’ultime sono occupate con il cambio degli armadi. Dopo nove anni di dominio, questo potrebbe essere l’anno buono per prendersi una pausa. L’arrivo di Pirlo è stato un po’ improvvisato, forse non è stata la scelta migliore, e le prestazioni lo confermano. Per di più, sabato contro il Torino ha rischiato di inciampare nuovamente in un pareggio. C’è voluto un colpo di testa di Bonucci nei minuti di recupero per portare a casa i tre punti. L’emblema di questa sofferenza generale si riflette nell’esultanza di Pinsoglio, terzo portiere della Juve, che durante i festeggiamenti ha rivolto una bizzarra frase nei confronti dell’arbitro Orsato: Annulla anche questo!", riferendosi al gol di Cuadrado, che lui stesso aveva cancellato poco prima con l’ausilio del Var. La Juventus fatica pure con le piccole ma rimane comunque in corsa, complice anche la vittoria a tavolino contro il Napoli dello scorso ottobre. L’unica tra le italiane già qualificata agli ottavi di Champions, ora la squadra di CR7 dovrà concentrarsi per recuperare i punti persi in campionato; nel mentre, i tifosi si augurano di assistere ad un cambio di rotta dal punto di vista tattico e soprattutto, dei risultati.
Quella che invece sembra aver superato la crisi di inizia stagione, è l’Inter di Antonio Conte, che con la vittoria per 3-1 contro il Bologna conferma il buon andamento delle ultime settimane. Lukaku prima, e poi doppietta di Hakimi, che per una sera sembra essere tornato quello di Dortmund. Anche Conte sembra essere tornato quello di un tempo, mettendo a tacere momentaneamente, tutte le voci che lo davano vicino all’esonero. A rubare la scena però, è stato il cambio di Eriksen, avvenuto a due minuti dalla fine del match. Non si sa quale bomba sia scoppiata all’interno dello spogliatoio nerazzurro, né tantomeno si sanno i motivi per il quale il danese si sia meritato questo trattamento. Perché è la terza volta negli ultimi dieci giorni che Conte manda Eriksen in campo ormai a tempo scaduto. Che i due non si siano mai piaciuti lo sanno tutti, ma il gesto del tecnico a molti è sembrato come una vera e propria umiliazione nei confronti del giocatore; il quale è già con la valigia in mano in attesa di conoscere la sua nuova destinazione. Mercoledì, l’ultima gara del girone di Champions contro lo Shakhtar Donetsk, che ci saprà dire se questa Inter è davvero pronta per il grande salto.
Dall’altra parte dell’Italia, il Napoli travolge il Crotone 4-0, nonostante le assenze dal primo minuto dei due centravanti titolari Mertens e Osimhen. La squadra di Gattuso in punta di piedi continua a collezionare punti dopo la scomparsa del Pibe de Oro, facendosi avanti per una eventuale volata finale. Anche se l’allenatore ha minacciato più volte di mandare a quel paese chiunque dia il suo Napoli tra le favorite per lo scudetto. Lo stadio è appena stato rinominato Diego Armando Maradona, e chissà, magari potrebbe essere proprio questo l’anno giusto per la vittoria del campionato, che manca appunto da 30 anni.
L’inverno sta arrivando e non promette nulla di buono.
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