Qualche rivoluzionario parcheggiato su Facebook dice: il coraggio non è la mancanza di paura, ma la vittoria sulla paura. La citazione è di Nelson Mandela, che di cose grandi da dire in poche parole ne aveva trovate molte.
Nel nostro caso, la gestione della paura è stata fondamentale nell’approccio di Pecco Bagnaia alle corse: nel 2022 contro Fabio Quartararo, a 92 punti da lui, si limitò a vincere e basta; lo scorso anno dopo aver rischiato la vita a Barcellona, quando si rimise in moto e confermò il titolo su Martín. Il punto è che Francesco rischia quando c’è tutto in palio, si è visto bene in Thailandia: Jorge Martín guida la classifica e pure la gara su di un bagnato infame pronto a portarti via tutto e lui, per i 25 punti della domenica, si è messo contro un Marc Marquez veloce, sicuro, altrettanto motivato e con molto meno da perdere rispetto a lui. Questo approccio alle corse gli ha tolto tanto (oggi Bagnaia ha vinto 9 GP contro i 3 di Martín, eppure in testa alla classifica c’è quest’ultimo che ha sbagliato meno) eppure se c’è un uomo che può compiere l’impresa a due GP dalla fine è quello è proprio Fancesco Bagnaia, mentre Jorge Martín si avvicina al primo match point della sua carriera in MotoGP.
I numeri del testa a testa tra Bagnaia e Martín
2 GP al termine, due piloti soltanto matematicamente in gioco. 74 punti da assegnare, 50 dai GP e 24 dalle Sprint del sabato. Jorge Martín conduce con 17 punti, il che significa che per vincere il titolo già in Malesia dovrà guadagnare più di 20 punti su Pecco Bagnaia. Di modi per farlo ne ha molti, ma diciamo che non può riuscirci di sabato (andrebbe, al massimo, a 29 punti di vantaggio) e che una caduta di Bagnaia la domenica sarebbe quasi certamente fatale per la lotta al campionato.
Più in generale: a Martín basta arrivare sempre 2° per vincerlo, a Bagnaia basta cadere in una delle due domeniche rimaste per compromettere seriamente le sue possibilità di difendere il numero 1. C’è anche, però, la possibilità che le cose vadano diversamente: se a prodursi in uno zero dovesse essere Martín, il mondiale arriverebbe a Valencia con i due pretendenti al titolo di nuovo in pieno equilibrio. Se le cose, per assurdo, dovessero finire a pari punti tra i due, il titolo andrebbe all’italiano, che ha conquistato più vittorie dello spagnolo. Inutile dire che se la Malesia dovesse regalarci la situazione tesa ma equilibrata già vista in Thailandia, la situazione a Valencia sarebbe ancor più a vantaggio di Martín.
La Thailandia ci ha detto anche che i capolavori non bastano più, per vincere il titolo adesso servono tanta costanza nel caso di entrambi, ma a Bagnaia serve anche un errore dell’avversario. Pecco dalla sua ha il coraggio, quella capacità di vincere sulla paura che lo ha portato a tanti errori ma anche, anzi soprattutto, a due titoli mondiali consecutivi in questa MotoGP. Jorge Martín invece corre finalmente col favore del pronostico e una pressione in aumento costante, dura da gestire come per chi scende nelle profondità del mare con una bombola d’ossigeno legata alla schiena. Noi, da fuori, restiamo a guardare respirando a metà.