“1984-2024. Impossibile compensare tutto quello che i miei genitori mi hanno dato e insegnato”. Comincia così l’ultimo post pubblicato sui social da Fernando Alonso in un venerdì di dicembre. Nella prima foto c’è un Nando bambino grande poco più del volante di un kart e lo sguardo pieno, felice. Nessuno sponsor ma i colori biancorossi e le forme squadrate richiamano la McLaren MP4/5B con cui Ayrton Senna vinse il secondo titolo mondiale nel 1990 battendo Alain Prost. La stessa che suo padre José Luis ha guidato sul circuito di Aragon in Spagna, così come è ritratto nella seconda foto. In pista hanno girato, oltre al due volte campione del mondo, anche i piloti della A14 management da lui fondata per crescere i giovani talenti. La giornata è stata organizzata da Zak Brown, grande collezionista d’auto d’epoca e amministratore delegato McLaren.
Alonso viene da una famiglia umile, come ce ne sono tante. La madre Ana lavorava in un grande magazzino mentre suo padre era meccanico di una fabbrica di esplosivi a Oviedo. È proprio grazie a lui che inizia a girare con i kart all’età di tre anni. Quella di condividere la pista con il proprio padre sembra una moda scoppiata nelle ultime settimane. Anche i Sainz, nell’ultima giornata sulla Ferrari di Carlos (Junior!) del 17 dicembre, hanno girato insieme a Fiorano sfruttando la F1-75 con cui lo spagnolo ha vinto la sua prima gara con il Cavallino nel 2022, a Silverstone. La differenza più marcata tra le due coppie è che papà Alonso non è un pilota, Carlos Sainz Senior si. Anzi, è forse lui il fuoriclasse di famiglia: in carriera ha già collezionato quattro vittorie del Dakar Rally e due campionati del mondo rally.
In un momento storico in cui l’elemento nostalgia è forte ma la voglia di monetizzare fa da grande accompagnatrice - vedi l’emozione per la reunion degli Oasis o l’attesa per la nuova serie su Harry Potter - il binomio padre e figlio potrebbe diventare anche una scelta anche commerciale. Anche perché specie nel motorsport sarebbe ampiamente replicabile. Non è utopistico pensare a Max Verstappen e papà Jos sullo stesso asfalto con una Red Bull, magari quella con cui nel 2021 vinse il titolo mondiale ad Abu Dhabi battendo Lewis Hamilton. E forse proprio l’inglese, anche lui come Sainz a Fiorano, potrebbe girare nell’ultimo giorno da pilota Ferrari con papà Anthony. Quel padre che, senza grandi soldi, gli faceva da meccanico e lo portava in roulotte per i circuiti dell’Inghilterra.