La gente del bar è assetata. Vuole sapere chi va più forte tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez a parità di moto, vuole sapere in quanto giri a Misano con la moto che hai in garage. Così Ducati è scesa da Borgo Panigale per spegnere la sete di qualcosa come centomila persone presentatesi in circuito durante il weekend, con la Lenovo Race of Champions trasmessa in diretta TV e in streaming su YouTube, che trovate di seguito. Di fatto non c’era modo migliore per raccontare la nuova Ducati Panigale V4 2025, arma definitiva data in mano ai 15 piloti ufficiali iscritti alla gara.
Il diktat: non-fatevi-male. Lo dice Claudio Domenicali, lo ripete Gigi Dall’Igna, risatine da una parte e dall’altra perché tutti sanno come sono i piloti e quello che succede nelle loro teste quando chiudono la visiera. In gara Pecco Bagnaia prende il comando nel giro di una curva (“Assieme alla 100 Km del Ranch è la gara più importante dell’anno”, ha detto scherzando) e chiude davanti a tutti senza discussioni. Al secondo posto Andrea Iannone, partito dalla pole position ed estremamente coriaceo per tutta la gara. Terzo, Marc Marquez. Anche se, fino all’ultima curva, la Misano2, sul podio c’era Nicolò Bulega, per altro in recupero su Iannone. La gara obiettivamente è un po' noiosa, dieci giri con pochi sorpassi, al punto che sembra quasi che i piloti abbiano ascoltato fino in fondo la dirigenza preferendo una velocissima sfilata a una gara col cuore in mano.
Poi però le telecamere sul rettilineo vanno a prendere i tre piloti all’arrivo e Bulega non c’è. Lo inquadrano nella ghiaia con le mani in aria, disperato e incredulo. Nel box Ducati (quello rosso, da cui abbiamo visto la gara) la gente è sconvolta, qualcuno sembra apprezzare l’ironia: Marc Marquez ha steso Nicolò Bulega, che si sa giocando il mondiale Superbike. Scopriremo solo più tardi, dagli uffici stampa Ducati, che si è trattato di un contatto molto leggero.
Bulega viene portato al centro medico e visitato a spalla e scapola, gli esami sono negativi e potrà andare a Portimão per continuare a giocarsi il mondiale Superbike con Toprak Razgatlioglu. Detto questo: la cerimonia del podio va come niente fosse, le prime dichiarazioni anche. Poi però c’è una breve conferenza stampa e Marc Marquez comincia a rispondere alle domande: “Andrò da Nicco e gli regalerò il mio casco e gli chiederò se c’è stato un contatto perché non ho visto, ho sentito solo lo sssh della moto che scivola via. Purtroppo questa è una gara, dieci giri. Hai visto come è stato il primo giro, con Bezzecchi all’interno… c’è stato un contatto anche lì. Quando guidi così al limite può succedere. Fortunatamente lui sta bene”. Così viene chiesto a Pecco Bagnaia se è una buona risposta a chi chiedeva un confronto a parità di mezzi tra lui e Marc: “Dovete chiederlo a Marc Marquez”, la risposta accolta da un lungo applauso. La pietra tombale sulla faccenda la mette lui, Marc: “L’avrei fatto anche se lì ci fosse stato Pecco”.
Ora: Ducati fa bene a risentirsi, però questo è Marc Marquez. Questa è la sua natura. Marc è un pilota che corre per vincere ogni volta che può e pronto a tutto per farlo, dal prendere la scia ad entrare senza ritegno sugli avversari. È anche questo un modo di fare il pilota. Ed è, senza ombra di dubbio, un modo per canalizzare l’attenzione mediatica, che poi è uno dei motivi per cui è stato scelto lui (Marquez) e non Jorge Martín. Domani anche gli anziani in paese, gli appassionati più distratti e le persone del bar sapranno che Ducati ha organizzato una corsa a Misano durante il WDW e che l’ha fatto con 15 piloti e la nuova Panigale V4 2025.