L’affare Marc Marquez - Gresini Racing si sta abbattendo sul paddock della MotoGP provocando le stesse conseguenze di un’astronave a San Pietro: non è solamente imprevedibile, è il primo pensiero ogni giorno per i diretti interessati, er tutti gli altri e anche per lo sport in generale. A dare l’ultima spinta verso la trattativa è stato Gigi Dall’Igna che, in un’intervista a Sky nella domenica di Motegi, ha svelato che Marc ha scelto di andare in Gresini e che a Faenza sono pronti ad accoglierlo, tuttavia al momento manca ancora il benestare della Honda. Difficile trovare una maniera più efficace per spiegare a tutto il mondo che se la cosa non si farà è soltanto perché in Giappone non sanno perdere, cosa che spingerà i dirigenti di HRC ad aprire i cancelli e a lasciar andare il loro uomo di punta: nessun’azienda vuole far trasparire una sudditanza di questo genere nei confronti di un dipendente, figuriamoci se quell’azienda ha un peso politico spaventoso e una cultura in cui l'onore ha parametri diversi da quelli a cui siamo abituati.
Se Marc dovesse davvero fuggire da Honda (pare manchi solo l'ufficialità) ci sono buone possibilità che si scateni un mercato selvaggio durante il quale, per qualche mese, penali e accordi presi in precedenza varranno meno di niente: oggi si parla di un Maverick Viñales che potrebbe approdare in HRC mentre Fabio Quartararo si avvicina all’Aprilia, ma anche della possibilità che a fianco di Joan Mir potrebbe arrivare Pedro Acosta.
La MotoGP sta imparando, con Marquez, che un contratto vale solo finché non ci sono i soldi per annullarlo. E se anche le cose dovessero andare nella maniera più logica e naturale - con Johann Zarco in HRC e Iker Lecuona in LCR - far saltare i contratti diventerà sempre più facile, scegliere col cuore altrettanto. In dieci anni di MotoGP Marc Marquez non ha solo rivoluzionato lo stile di guida, alzato l’asticella del rischio, passato anni sotto i ferri e, soprattutto, distrutto il modo di intendere lo sport e la rivalità con scelte quantomeno discutibili, una su tutte nel 2015. Ha fatto anche questo.
Marc ha stravolto le regole del mercato: chi, nella storia delle corse, ha rinunciato a denaro (tanto) e privilegi (forse anche di più) per inseguire un sogno? Nessuno. Una storia come questa è rischiosissima per lui, eppure se le cose dovessero andare come ci si aspetta il ritorno d'immagine sarebbe clamoroso. Non solo, Ducati probabilmente dovrà rivedere il suo approccio con i team satellite, perché - lo stiamo già vedendo con Jorge Martín - con otto moto veloci imporsi con la squadra ufficiale è sempre più complicato.
Ricapitolando: Marc lascia Honda di tasca sua, buttando all'aria una relazione durata 10 anni e un futuro sicuro come uomo immagine per correre un’infinità di rischi. Il Team Gresini può dargli una GP23, non di più. Lui porterà sponsor e uomini, ma la struttura rimane quella di Nadia Padovani e Marc un impiegato della squadra azzurra, di un team privato. Niente più sviluppo, niente più capannelli di ingegneri nel box a sentire le sue impressioni. Di contro, lo spagnolo avrà altre sette Ducati con cui confrontarsi tutte le settimane, alcune più evolute della sua: il rischio di finire dietro a Bagnaia, Martín e Bezzecchi (giusto per citare solo i primi tre piloti in campionato) è una possibilità concreta, anche considerando che nel 2024 Marc avrà 31 anni e di tempo per prendere le misure con un mezzo (e un ambiente) così diverso da quello a cui è abituato non c'è.
La verità è che Marc non sta soltanto mettendo in gioco il suo conto in banca, sta anche scommettendo forte su sé stesso. Tutto sommato se ha deciso di lasciare la Honda lo si può capire, lui è un atleta in fase discendente e lei un colosso della mobilità che nel motorsport ha tanto, ma non tutto. Marc no, lui oggi si fida solo dei risultati - di Ducati e del Team Gresini - e del suo talento, sentendosi ancora il più bravo anche se una vittoria gli manca dal 2021. In questi anni è detto spesso che il Marc Marquez uomo è diverso dal Marc Marquez pilota. Ecco, ora sappiamo che non è così: Marc Marquez è questo soltanto, un uomo (e un pilota) disposto a qualunque cosa per essere il migliore. Anche a pagare il prezzo delle proprie ossessioni.