E’ pugliese, di Brindisi per la precisione, ha vinto quasi tre milioni di Euro all’Eurojackpot, aveva appena perso il lavoro e, per mantenere l’anonimato, ha raccontato di chiamarsi Valentino Rossi. Sì, è l’assurda, ma vera, storia raccontata oggi dalla stampa pugliese e ripresa dal Corriere Adriatico. L’uomo, che appunto ha detto di chiamarsi Valentino Rossi, aveva giocato una schedina di due Euro del noto concorso a premi, quasi come gesto disperato dopo essere rimasto senza lavoro. “Sia io che mia moglie – ha detto – non lavoravamo più. Vincere è stato un regalo bellissimo”.
Quella schedina era stata giocata alla fine di novembre in una tabaccheria in Piazza Japigia a Brindisi. Quattro, sette, diciannove, ventisei, ventisette e cinque la combinazione che ha permesso all’uomo di mettersi in tasca circa 2,7 milioni di Euro. E, poi, di uscire anche “parzialmente” allo scoperto prendendo in prestito un nome e un cognome leggendari, spiegando di essere un grande appassionato di moto. Ha raccontato, però, di essere un semplice operaio che nella vita ha potuto permettersi sempre molto poco e che, nonostante questo e proprio come il vero Valentino Rossi, non ha mai smesso di inseguire qualcosa nonostante le cadute o i momenti di difficoltà.
“Sono sempre stato un grande lavoratore – ha scritto, come riportato dal quotidiano marchigiano - e ogni mattina quando andavo a lavorare non mi sono mai preoccupato delle fatiche che ero certo mi aspettavano. Ho sempre pensato che ogni lavoro è utile. Nel mio modo di pensare la cosa importante è lavorare con dignità, consapevole solo che i soldi sono uno strumento per sopravvivere. I sentimenti sono uguali per tutti, indipendentemente dallo stipendio e la mia famiglia è meravigliosa, anche se viviamo con pochi soldi. Gioco solo 2 euro ogni tanto. Una piccola distrazione che mi fa bene perché sogno. Sogno la competizione e mi sembra di mettermi in gioco, come nella vita. Cambio ricevitoria ogni settimana, per una mia regola, mentre sono fedele ai numeri perché sono le date importanti della mia vita”.
Righe, le sue, concluse con la firma “Valentino Rossi”, ma non prima di aver spiegato come intenderà utilizzare i soldi vinti. Compreso realizzare il sogno di sempre: “comprare una moto”. Ma senza dimenticare di “aiutare i figli, i miei cari e curare adozioni a distanza”. “Vincere – ha aggiunto - non è stato solo un bellissimo regalo, ma la certezza di poter continuare a vivere. È stato come trovare ossigeno quando si è in apnea. Una sensazione di libertà. Sono rinato".