Numeri mai visti prima, una potenza di fuoco spaventosa e tanta inquietudine. È così che si presenta Ducati per Campioni in Festa Home Edition, l’evento messo in piedi tra i muri dell’azienda a Borgo Panigale per dire al mondo che anche quest’anno il titolo della MotoGP è finito nel bolognese. Un paio di numeri: questa è terza ‘Triple Crown’ nella storia per Ducati, dopo il 2007 di Stoner e il 2022 di Bagnaia, a cui si aggiungono le 88 gare consecutive in cui una Desmosedici è finita sul podio (da Aragon 2021), un record assoluto. Colpisce il fatto che buona parte di questi traguardi sono stati ottenuti nei primi due terzi della stagione, quindi con grande anticipo.
La potenza di fuoco invece si trafuce in tre squadre, tutte presenti coi loro piloti (con l’eccezione di Franco Morbidelli) e la ridistribuzione di moto ufficiali: una per Gresini, affidata ad Alex Marquez, una alla VR46, guidata da Fabio di Giannantonio. A cui si aggiungono le due rosse, che restano di gran lunga le selle più ambite in griglia.
Il che ci porta all’inquietudine: in Ducati dormono con un occhio aperto e la pistola sotto al cuscino, perché quando sei il migliore così a lungo in uno sport così feroce l’assedio è costante. Marc Marquez potrebbe lasciare, un team privato (verosimilmente VR46) andare in cerca di un altro accordo per le moto e la concorrenza, a partire da Aprilia e continuando coi giapponesi, farsi più agguerrita.
La presentazione
Claudio Domenicali racconta di quando ha incontrato per la prima volta Gigi Dall’Igna (“In un Autogrill, per capire come fare”) e lancia il WDW 2026 citando Isaac Newton, che disse di riuscire a vedere lontano perché s’era seduto sulle spalle dei giganti. Dall’Igna è più pragmatico, dice che “abbiamo vinto tutto quello che si poteva in MotoGP” e, ancora più impressionante, si prende la responsabilità per non aver vinto il titolo Superbike con Bulega, riferendosi ai problemi tecnici avuti con la Ducati Panigale durante la stagione. Mauro Grassilli invece dice che l’emozione di vedere Marc in rosso è stata la stessa di quando ha visto Gigi con gli stessi colori. Poi tocca alla VR46, con Uccio e Di Giannantonio che si promettono di fare meglio. Segue una Gresini Racing mai così in forma, con Alex Marquez (“Con Marc una masterclass a ogni gara”) secondo nel mondiale e Fermin Aldeguer rookie of the year, che ci racconta di quando Davide Tardozzi gli diceva di non esagerare. A proposito: come avevamo anticipato la scorsa settimana su MOW, Davide Tardozzi è lontanissimo dall’idea di lasciare le corse.
Le parole di Pecco Bagnaia, la moto di Marc Marquez e il fantasma di Pedro Acosta
Quando Giulio Fabbri (responsabile della comunicazione Ducati) chiede a Bagnaia di come ha vinto la 100 Km dei Campioni al Ranch, Pecco dice che gli mancava Paolo Ciabatti. Una battuta molto riuscita, come lo sono tutte quelle con un fondo di verità. Bagnaia è determinato e probabilmente il dolore provato quest’anno lo renderà più competitivo il prossimo, il primo che affronterà senza i favori del pronostico dal 2021 a questa parte. Notevole anche l’amore dei dipendenti Ducati per Pecco, che è stato celebrato come nessun altro.
Per Marc Marquez invece ci sono solo buone notizie: la possibilità di tornare in moto questo weekend dopo tre mesi di stop e una nuova moto per farlo, nello specifico una Ducati Panigale V4 Marquez 2025 World Champion Replica (una versione derivata dalla V4 S) a lui dedicata, prodotta in 293 esemplari. Il fatto che in Ducati abbiano inserito l’anno nella sigla del modello lascia intendere la possibilità di riproporre la cosa nel 2026: probabile, così come è probabile che Marc decida di rinnovare per altri due anni. Lui, a domanda diretta, risponde che in una scala da uno a dieci il rinnovo è a 8. Difficile che sia una questione economica a trattenerlo, così come è difficile che Marc decida di rischiare un ritorno alla Honda prima di averla vista competitiva. Lo spagnolo non si interessa dei soldi, sa che al netto di infortuni ha altri quattro, forse cinque anni per giocarsi il titolo mondiale e vuole farlo nelle migliori condizioni.
Durante la giornata, tra colleghi, si è parlato molto anche delle voci che vedrebbero Pedro Acosta già sotto contratto con Ducati per il 2027: è pressoché impossibile che gli sia stata promesso un posto nel team ufficiale ed è difficile che abbia già firmato in assoluto. C’è, invece, qualche possibilità che Pedro abbia siglato un precontratto con Borgo Panigale per il 2027, che in linea generale gli consentirebbe di salire su di una Desmosedici, moto che potrebbe essere anche di colori diversi rispetto al rosso. In questo modo Ducati avrebbe più potere contrattuale nei confronti di tutta la griglia, a partire proprio da Marc Marquez. Tra meno di un mese, a Madonna di Campiglio, Ducati presenterà la sua squadra per il 2026.