Bagnaia pulisce il quadrante dell’orologio, Martín si scrocchia le dita. Sorridono, si tormentano le mani. Tra loro il trofeo, la torre della MotoGP su cui uno ha già scritto due volte il proprio nome, poco più in basso la scritta The Rematch. La conferenza stampa del giovedì in Malesia è affollata, molto più di quanto sarebbe lecito aspettarsi da una trasferta asiatica. C’è, in effetti, una bella tensione, a cui si aggiunge un meteo difficile che potrebbe scombinare le cose. Poco prima, nell’hospitality del VR46 Racing Team, abbiamo incontrato Andrea Iannone per un’esclusiva che potete leggere qui: correrà qui a Sepang a cinque anni dalla sua ultima corsa in MotoGP, lo farà con una Ducati e dopo una bella telefonata con Valentino Rossi.
La tragedia in Spagna e il GP di Valencia
In conferenza stampa apre Jorge Martín, che guida la classifica: 17 punti su Bagnaia e il primo match point della storia per lui, che l’anno scorso l’ha perso per un niente. Jorge, però, parla subito della tragedia che ha colpito la Spagna, nello specifico Valencia, investita da una tragedia battezzata “Dana” che ha ucciso quasi cento persone e, tra le altre cose, sta mettendo in seria discussione il GP che dovrebbe disputarsi lì tra due settimane. Poco dopo gli fa eco Bagnaia: “La stessa situazione è successa lo scorso anno in Italia e sappiamo cosa significai, queste persone stanno vivendo il loro peggiore incubo”.
Oltre a questo, ci sono delle faccende sportive: impossibile concludere il mondiale in Malesia, su questo sono praticamente tutti d’accordo. Difficilissimo correre a Valencia. E, soprattutto, sarà fondamentale trovare un circuito abbastanza caldo: “Non saprei scegliere una pista”, risponde Martín quando gli chiedono dove andrebbe a disputare la finale: “Valencia sarebbe perfetto ma è impossibile… magari impossibile no, però… Non vorrei andare ad Assen, dove Pecco è veramente forte”. L’altro gli risponde così: “Per me non è il momento per sceglierlo. Assen andrebbe bene, ma fa freddo… magari al Mugello. Cancellare l’ultima? Potrebbe non essere onesto, ma non sono io a dover decidere. Nel caso in cui dovessimo correre a Valencia per me sarebbe un discorso etico. Correre è una festa e farlo lì non sarebbe corretto. Siamo sempre rispettosi di quello che succede nel mondo e viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ecco perché se fosse per me non correremmo lì”.
La sfida al titolo tra Bagnaia e Martín
Jorge Martín se ne esce, per ben due volte, con una frase forte: “L’anno scorso non ho vinto il titolo e sono ancora qui, non è la fine del mondo”. Poi dice anche che starà solo attento a ciò che può controllare. Come a spiegare a sé setesso che, prima di scoprirlo, era convinto che questa storia gli avrebbe portato via tutto, anche la vita. Bagnaia, invece, diventa interessante sopratutto quando gli chiediamo se è vero che a vincere sarà il pilota che sbaglierà meno, come dicono sia Mick Doohan che Andrea Iannone: “Siamo in un momento in cui posso rischiare un po’ di più di Jorge, che invece dovrà stare un po’ più calmo e non potrà fare errori. Vediamo, in questo momento la migliore strategia per attaccare è dare gas. Proverò a vincere entrambe le gare e a chiudere ulteriormente il gap”.
La tensione continua anche quando Dorna decide che le domande verranno fatte da alcuni fan selezionati via Zoom e un signore spagnolo, José, dice di essere il primo tifoso di Bagnaia. Risate, poi Martín guarda di lato: "Ed è spagnolo", lo sentiamo dire con una risata. Più tardi, i giornalisti gli chiederanno se gli dispiace di non essere il più amato di questa MotoGP: "Penso solo a quello che posso controllare". Pecco se n'è già andato. Domani le moto scenderanno in pista e comincerà, ancora una volta, questa guerra al cronometro.