Il GP di Gran Bretagna a Silverstone è stato scelto per celebrare i 75 anni di MotoGP. L’idea è buona, specialmente perché in Dorna non si sono limitati a comunicati stampa e video emozionali con le gare più note di sempre scegliendo, invece, di coinvolgere ogni possibile metro del paddock. Alcuni sponsor per esempio si presenteranno in circuito con i loro loghi storici, mentre i team scenderanno in pista con livree dedicate al passato.
La più evidente di tutte probabilmente è l’Aprilia, che (a giudicare dagli indizi pubblicati sui social) correrà con un omaggio a Max Biaggi e alla RS 250 Chesterfield ‘94, moto con cui il Corsaro vinse il primo di quattro titoli consecutivi nel motomondiale di cui in quest’anno ricorre il 30° anniversario. Giuste le date, indimenticabile la moto. Il nero poi è assolutamente in linea con la moto che corre oggi in MotoGP.
Altro spoiler piuttosto consistente ce l’ha regalato la Gresini Racing, che dovrebbe correre con una livrea simile a quella sfoggiata a Misano sia nel 2022 che nel 2023. Un modo per ricordare Fausto e la Garelli 125 del Team Italia con cui il fondatore della Gresini Racing vinse due titoli mondiali, nel 1985 e nel 1987. Farlo con Marc Marquez in sella, che in tempi non sospetti (o quasi) aveva elogiato quei colori, è un buon motivo per rimettere quel bel vestito alla moto.
La terza squadra ad averci dato più di un indizio sui social è il VR46 Racing Team. Tanto colore e un casco in secondo piano, quello estremamente minimalista disegnato da Aldo Drudi (come tutti gli altri) per la stagione 2018 di Valentino Rossi: due colori, il sole e la luna stilizzati e puliti in giallo brillante e uno sfondo blu notte. Sul retro c’era scritto il nome del pilota come usavano fare una volta, poco altro. Aggiungendo gli sponsor e qualche tocco di colore, ecco una livrea che verrà replicata su mezzi di qualunque cilindrata e dimensione in giro per il mondo.
Staremo a vedere poi gli altri, a partire dalle giapponesi che avranno finalmente un motivo per ricordarci di quando dominavano le corse in automatico. In questo senso sembra ben quotata una livrea alla Mick Doohan visto lo sponsor Repsol, presente sulla moto per l’ultima volta, anche se sarebbe addirittura più bello vedere Marini e Mir con addosso gli storici colori HRC nella livrea resa celebre dalla RC30. Discorso simile per Yamaha, che ha fin troppe possibilità, mentre da Lucio Cecchinello sarebbe bello vedere la celebre livrea Castrol Honda che ha fatto la storia della Superbike e che Johann Zarco porta in pista in una versione più moderna. C’è poi KTM, ben più titolata ad esprimersi di quanto si possa pensare a primo acchito: perché non raccontare le origini del marchio, magari con una livrea ispirata alla LC8 che corse e dominò alla Dakar con Fabrizio Meoni? Staremo a vedere.
Di certo non serve una lista per rendersi conto di quanto l’Italia abbia influito nel mondo delle corse. Con Valentino Rossi e Max Biaggi, per esempio. Ma anche con Fausto Gresini e Lucio Cecchinello, con l’Aprilia di Ivano Beggio o l’MV Agusta di Giacomo Agostini. E che peccato non avere ancora in griglia la Suzuki resa grande da Barry Sheene e poi consacrata da Lucchinelli e Uncini. La verità è che di questi 75 anni l’Italia ne ha vissuti una buona parte a capotavola. E continua a farlo.