“Se Doriano fosse stato ancora qui avrebbe spinto come un matto per vedere Marco Bezzecchi su una Aprilia. Anzi, mi piace pensare che, ovunque sia, ci abbia messo del suo. Non sono una che si commuove, perché la vita m’ha messo di fronte a qualcosa che ti fa finire le lacrime, ma non nascondo che quando ho saputo di Bez in Aprilia qualche lacrima è uscita lo stesso”. E’ il racconto di Sara, la moglie di Doriano Romboni. L’uomo che ha amato e con cui ha avuto due figlie è stato quello che ha anticipato il sogno dell’Aprilia nella master class delle corse in moto. Solo che con un mezzo diverso, visionario nel progetto e con palate di cuore a sopperire i cavalli che mancavano per essere come tutti gli altri. Con Aprilia, Doriano Romboni ha vinto, con Aprilia si è consacrato, con Aprilia ha aperto la strada all’era d’oro del motociclismo italiano di Capirossi, Biaggi e Valentino Rossi, e insieme a Aprilia ha scritto la sua storia e quella del marchio, prima che il destino decidesse di fargli incontrare una morte assurda. In pista a Latina mentre onorava la memoria di Marco Simoncelli, tra responsabilità accertate e sentenze rinviate per anni.
“Per Doriano, Aprilia era come un tatuaggio nell'anima. Pronunciava quel nome con una dolcezza infinita e tante volte, guardando la MotoGP di oggi, ho pensato che a mancare un po’ sono forse le bandiere. Quegli sportivi che si legano a una maglia per tutto quello che rappresenta, per la storia che ha, per il messaggio che esprime più che per gli zeri scritti nei contratti. Non voglio dire che le corse erano meglio prima, perché il meglio o il peggio non esistono e esiste solo il prima e il dopo con tutte le diversità che possono esserci” . Sara Romboni sembra farne una questione non di eredità che nel motociclismo è un concetto sempre difficile e sempre ingiusto, ma di continuità. Bezzecchi, insomma, è l’uomo giusto per riprendere da dove Doriano aveva smesso. “Se c’è un ragazzo che mi ricorda i piloti di una volta quel ragazzo è Marco Bezzecchi – ha proseguito Sara - Quando Aprilia ha vinto per la prima volta con Espargarò qualche anno fa mi sono emozionata tantissimo. Ho pensato a Assen 1997 e al miracolo di Doriano e Aprilia sul podio in quella folle gara con quella moto lì e al fatto che in quel momento si stava coronando anche il sogno del mio Doriano. E subito dopo, però, ho pensato anche che sarebbe stato bello vedere su quella moto, ormai vincente, anche un pilota italiano. E che forse il vero sogno di Doriano sarebbe stato quello di vedere l’Aprilia salire sul tetto del mondo con un pilota italiano tutto manico, genuinità e cuore proprio come era lui. Non uno qualsiasi, quindi, ma proprio Marco Bezzecchi, perché ha gli stessi occhi buoni che aveva Doriano, lo stesso sguardo della semplicità e secondo me pure quella capacità ormai rarissima di essere bandiera. Ecco perché quando ho saputo che Marco Bezzecchi sarebbe stato un pilota Aprilia dal 2025 ho fatto fatica a contenere l’emozione. E’ come se si fosse messo a posto qualcosa che doveva andare a posto per forza”.
Segni, idee personali da semplice appassionata che poi diventano realtà senza che si intercedesse in qualche modo. O forse intercedendo come non si potrà sapere mai. “Il destino – prosegue Sara – non tira solo colpi atroci. Quello che posso dire con certezza è che Doriano, dopo aver smesso, s’era buttato in una avventura per aiutare i giovanissimi pilotini italiani a crescere insieme a Migliorati e Sassone e che, quindi, parlava sempre di come venivano su, di chi secondo lui sarebbe potuto arrivare lontano davvero e cose così sia su quei pilotini che seguiva direttamente, sia sugli altri che comunque erano nel giro. Era un entusiasta per natura e ricordo che qualche volta parlava anche di questo Bezzecchi, evidenziando oltre al talento anche la simpatia irresistibile che quel ragazzino esprimeva”.
Poi è successo quello che è successo nel novembre del 2013, ma Sara è comunque rimasta legata a molti del paddock. Tanto che, soprattutto nelle gare italiane, è capitato spessissimo di vederla tra i box o a qualche evento in cui è stato ricordato anche Doriano Romboni. “E’ proprio girando nel paddock che di Marco Bezzecchi ho conosciuto anche la famiglia. Mi incuriosiva sapere quale fosse la storia di quel ragazzo così spontaneo, diverso da tutti gli altri, così simile a chi ho amato, e di cui avevo sentito parlare da Doriano. E sono andata a cercarli. In verità ci eravamo già incrociati più volte negli anni. Gente semplice, genuina pure nello sguardo. Avrei molto altro da dire sul Bez e sulla sua famiglia, ma ci sono gesti che, come tesori preziosissimi di rara umanità, non si devono raccontare. Vito, il babbo di Marco, è una delle persone più simpatiche che abbia mai conosciuto nel mondo delle corse – ha raccontato ancora – Anche Marco non ti fa mancare mai un ciao, pure da lontano e se non riesce a arrivarci con la voce ti fa un qualche cenno. Ecco, ogni volta che ho incrociato gli occhi buoni di quel ragazzo mi sono detta che, da tifosa di Aprilia, mi sarebbe piaciuto veramente tanto vederlo sopra una moto di Noale. Perché anche Aprilia è una storia genuina, è una realtà piccola contro i colossi, è coraggio di osare nel futuro ma mantenendo le radici come valore. Doriano, che te lo racconto a fare, l’Aprilia l’aveva fatta disegnare pure su una facciata di casa. Ecco perché ultimamente scherzo spesso con altri appassionati e altri del paddock e dico che Jorge Martin è sicuramente un gran campione, ma l’uomo perfetto per il sogno di Aprilia, che poi era pure e è il sogno di Doriano, è Marco Bezzecchi. Ci farà divertire, ma conosco quanta scaramanzia c'è nelle corse e mi limito a ripetere una frase: il destino non tira solo colpi atroci”.