Se lo scorso anno il grande problema di Las Vegas erano stati i tombini, quest’anno il nemico della Formula 1 è un altro e fuori dal controllo anche della Federazione: c’è puzza di erba. C’è dell’assurdo in quello che raccontano i piloti una volta scesi dalla macchina, che come primo feedback danno la presenza di odore di marijuana in giro per tutto il tracciato, percepibile da sotto il casco in maniera incredibile. Nello stato del Nevada è legale fare uso di marijuana per scopi ricreativi dal 2017 e durante uno dei weekend più pop dell’anno gli spettatori della Formula 1 evidentemente si stanno dando alla pazza gioia. Il problema però diventa quello dei piloti, che in parecchie zone del tracciato respirano i fumi che invadono la pista: “Se ci fanno il test antidoping usciamo tutti positivi” ha detto Franco Colapinto al termine delle FP2, scatenando sia l’ilarità di tutto il circus, sia una certa preoccupazione per la gara della domenica.
Il primo a tirare fuori il tema è stato Checo Perez, che dopo la seconda sessione di prove libere ha aperto il vaso di Pandora: “C’è odore di marijuana per tutto il tracciato. Sono già un po’ stanco, è incredibile quanta ce ne sia” ha detto il messicano, che ha riassunto il primo giorno di azione in pista concentrandosi proprio sull’argomento, che evidentemente ha avuto un forte impatto sul pilota della Red Bull al punto da individuarlo come uno dei problemi principali. Poco dopo anche Franco Colapinto gli ha fatto eco, scherzando sul fatto che se ai piloti questo weekend venisse fatto un test antidoping verrebbero tutti positivi: “C’è una puzza di erba assurda. Sapete che casino verrebbe fuori se al test venissimo tutti positivi?” ha detto l’argentino.
Anche Max Verstappen poi ha detto la sua dopo la sessione di qualifica, che lo ha visto finire in quinta posizione: “Mi sentivo fatto in macchina, non è proprio una situazione ideale per una gara di Formula 1” ha commentato il pilota Red Bull. A questo punto viene da pensare che anche i risultati delle qualifiche siano stati almeno leggermente influenzati da questa variante, anche perché per quanto la questione possa essere simpatica, per qualcuno potrebbe davvero essere problematica.
Soprattutto se, come ha detto il pilota della Williams, la Federazione dovesse effettuare dei test antidoping: in Formula 1 è una procedura che viene effettuata ogni tanto, sia con controlli casuali che per decisione della FIA, tramite degli esami delle urine effettuati o dalla stessa organizzazione che gestisce la Formula 1 o dalla WADA ed altre organizzazioni nazionali (in questo caso i criteri sono gli stessi delle Olimpiadi, niente droghe o alcol). Proprio a Max Verstappen in questa stagione sono stati fatti ben cinque test antidoping, l’ultimo qualche mese fa in occasione del suo gran premio di casa a Zandvoort. “Può capitare una volta ogni tanto o in tutti i GP” aveva raccontato qualche anno fa Lewis Hamilton, “i piloti devono seguire un protocollo medico approvato e ogni giorno dobbiamo dire cosa facciamo e dove ci troviamo”. Il sette volte campione del mondo aveva poi spiegato che effettivamente non c’è un modo “artificiale” per migliorare le prestazioni di un pilota, ma un caso come quello di Las Vegas potrebbe fare l’effetto contrario, andando a disinibire la lucidità.