“Si vive una volta sola e io non voglio passare tutta la mia vita al volante”: comincia così il weekend a Las Vegas di Max Verstappen, che si gioca il quarto titolo mondiale tra le strade del circuito cittadino della città della fortuna. Fa sorridere la sua attitudine, essendo uno di quei piloti innamorati di ciò che fanno ma anche realisti, e riflettere allo stesso tempo, perché mette in luce tutto quello che la Formula 1 potrebbe perdere. Max Verstappen ha debuttato nel mondiale quasi dieci anni fa, quando aveva appena diciotto anni e tutto il mondo da scoprire: ci si è ritrovato dopo una carriera sui kart impressionante e qualche campionato vinto in monoposto, saltando però tutti gli step tradizionali. Da quel momento, il tre volte campione del mondo non ha mai smesso di deludere le aspettative poste su di lui e una volta arrivato alla Red Bull ha dimostrato di essere un fuoriclasse. Uno che in Formula 1 ha già avuto tutto: un titolo vinto contro Lewis Hamilton, battendo il migliore, e due conquistati dominando, senza lasciare una minima possibilità al resto della griglia di provare a strapparglielo dalle mani.
Nonostante l’olandese sia in perfetta forma - e lo sia stato per la maggior parte delle gare quest’anno - per lui non c’è solo la Formula 1, anzi. Come ha ribadito prima dell’inizio del weekend, a quarant’anni non vuole più essere nel mondiale. E, per quanto sia impensabile vederlo lontano dalle corse, visto il suo impegno anche in diversi campionati e-sport (dove il tre volte campione del mondo ha il proprio team, Redline) e l’interesse nel mondo endurance, Verstappen non vuole passare tutta la sua vita al volante. Con il sogno nel cassetto di partecipare ad una 24h di Le Mans - e vincerla, conoscendo il tipo - il pilota della Red Bull ha partecipato ad un test, insieme al suo team e a Checo Perez, Liam Lawson e Yuki Tsunoda, ad un test con Acura, la casa costruttrice impegnata nell’IMSA, il campionato americano di endurance per eccellenza.
All’olandese è stata affidata la LMDh ARX-06, da cui è sceso con un sorriso a trentadue denti e gli occhi ancora più curiosi - mentre gli altri tre piloti Red Bull si sono divisi una vettura stradale, una Indycar e una TCR. Una volta che gli è stato chiesto del feeling con la vettura, per Max Verstappen non c’è stato dubbio: “Incredibile. Non è stato per togliermi uno sfizio, vorrei correre la 24h di Daytona”. “Con un calendario di Formula 1 così fitto però è difficile trovare il tempo. Voglio sicuramente farlo, magari tra un paio di anni, però con la preparazione giusta che mi porti a vincere” ha continuato l’olandese. E il presidente di Honda Racing Corporation ha subito aperto la porta per il pluricampione di Formula 1, che “è il benvenuto a correre a Daytona quando vuole”.
Insomma, Verstappen di opzioni valide per il futuro ne ha diverse e, con il suo curriculum sarà difficile che una qualsiasi squadra gli dica di no. Prima di preoccuparsi sul da farsi però, ha un quarto titolo mondiale di Formula 1 da conquistare contro Lando Norris. La prima giornata a Las Vegas ha visto Verstappen remare nelle retrovie, su una pista “scivolosa come il ghiaccio” e con una Red Bull decisamente in difficoltà, più lenta di circa sei decimi sul dritto per via di un errore del team, che ha portato un’ala sbagliata per la conformazione del tracciato cittadino. E dopo una giornata così in alto mare, l’umore dell’olandese è decisamente negativo, anche se c’è ancora una sessione prima di scendere in pista per le qualifiche e un piccolo margine di miglioramento; l’ago della bilancia del campionato pende comunque dalla sua parte.